Se lo definisci “poeta”, Nicola Dell’Acqua pudicamente si schermisce.
E, subito dopo, ti spiega il perché: lui non crede di essere all’altezza dei grandi lirici del passato, ma è “soltanto” un osservatore del mondo che lo circonda.
Infatti, chiamato a girare qui e là per motivi lavorativi, egli contempla ogni dettaglio delle terre che attraversa, come facevano i viaggiatori di un passato antico. E non si fa sfuggire queste minuzie per gli altri insignificanti, anzi: in esse riconosce tracce di storie, piccole vicende memorabili, capitoli importanti di quel romanzo meraviglioso che è la vita.
Così, Nicola scolpisce sulla pagina bianca ricordi e sogni e partorisce testi che, data la purezza primigenia dell’ispirazione, non si possono non dire poetici. Di certo, sono caratterizzati da disarmante semplicità, che mal cela una pensosa profondità.
Se ne sono accorti pure i componenti la giuria, presieduta dal professor Vincenzo Pietropinto, del Concorso “Club della Poesia”, giunto alla sua nona edizione, che hanno conferito al bitontino il terzo premio nella sezione a tema libero.
E il testo che ha meritato il terzo gradino del podio è rappresentativo della “weltanschauung” del Nostro: la descrizione di un luogo pieno di misterioso fascino che si chiude con l’ascolto dei palpiti di un cuore che ama.
L’essenza del cuore del poeta – sì, proprio così: poeta – Nicola Dell’Acqua.