In occasione del 150° anniversario dalla nascita di Gaetano Salvemini (8 settembre 2023), uno dei principali intellettuali meridionali del Novecento, in tutta Italia si stanno moltiplicando convegni, dibatti, manifestazioni e pubblicazioni per riscoprirne l’eredità storica e culturale.
Attraverso la vita del Salvemini possiamo leggere le vicende di un mondo spesso in agonia, dilaniato da due conflitti mondiali e dall’esperienza oppressiva dei totalitarismi.
Storico acuto, di carattere fermo, risoluto e a tratti spigoloso, talvolta era in grado di lasciare interdetti i suoi stessi interlocutori. Emblematica fu la prima impressione che di lui ci venne consegnata dal giovane intellettuale e antifascista torinese Piero Gobetti: «Salvemini è un genio. Me lo immaginavo proprio così. L’uomo che sviscera le questioni, che la fa smettere agli importuni e ti presenta tutte le soluzioni in due minuti, definitive»
Per celebrare questa straordinaria figura, la casa editrice SECOP di Corato da circa due anni, ha avviato, per la collana “Storia e/è memoria”, il progetto “Caro don Gaetano…”. L’intento è quello di guardare al Salvemini sia nella sua proposta meridionalista, e quindi politica (ancora attualissima), sia nei suoi aspetti più intimi e confidenziali attraverso i carteggi (da qui il titolo del progetto).
Alla collana stanno contribuendo alcuni tra i più importanti studiosi meridionalisti come Valentino Romano, noto storico del brigantaggio post unitario (e curatore della collana), Giovanni Capurso, già finalista del premio FiuggiStoria 2021 e Salvatore Lucchese, ricercatore acuto e di lungo corso che ha appena dato alle stampe Salvemini e il federalismo visto dal Sud.
Il volume, che ripercorre la genesi, gli sviluppi e le caratteristiche essenziali del federalismo salveminiano, evidenzia gli snodi concettuali principali e la dimensione precipua di proposta politica declinata in un’ottica comunale, di lotta e di emancipazione delle classi popolari a partire dal basso.
Quest’ultimo contributo della collana non può che riportarci immediatamente all’attuale proposta di regionalismo differenziato di tipo asimmetrico, estrattivo ed ulteriormente sperequativo dello storico divario tra il Nord e il Sud di un’Italia già ampiamente divisa e diseguale: «Un modello di regionalismo – scrive Lucchese nella sua ideale lettera indirizzata a Salvemini – declinato in chiave socialista e democratico-radicale come processo di emancipazione dal basso delle classi lavoratrici e popolari all’interno del Paese, il blocco operaio contadino, vs un modello di regionalismo funzionale all’interesse dei ricchi, che oggi egemonizzano le classi lavoratrici settentrionali tramite un’ideologia razzista». Le riflessioni pedagogico-politiche di Gaetano Salvemini sul federalismo, ancora oggi, rappresentano un’occasione foriera di spunti critici per la formulazione di un’ipotesi d’innovazione politico-istituzionale opposta a quella moderna: municipale, partecipativo e solidale.
Altri interessanti contributi arriveranno dal prof. Mario Spagnoletti, dalla poetessa Angela De Leo, dal dirigente Sabino Lafasciano, dal prof. Nicola Pice e dal giornalista Mario Sicolo.
La ricorrenza sarà anche l’occasione per realizzare una serie di convegni, al fine di aprire un confronto sul grande pensatore meridionalista.