«L’interesse della popolazione di Bitonto e della frazione di Palombaio è quello di non subire una piena alterazione del paesaggio identitario di tutta la contrada “Colaianni” e, in particolare, dell’ex cava Rogadeo».
Comincia così la nota con le osservazioni che il Comune ha inviato alla Regione Puglia in merito alla richiesta di avvio del Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) presentata da Fer.live per poter conferire nella discarica, che vorrebbero realizzare in contrada Colaianni, anche altre tipologie di rifiuto rispetto a quelle previste da progetto.
Nel documento, firmato direttamente dal sindaco Francesco Paolo Ricci, si nota, ancora una volta, il secco no al progetto. «Appare inevitabile – si legge – che la semplice operazione di sversamento delle varie categorie di rifiuti dai camion ribaltabili, effettuata a ciclo continuo, presupponga un intenso traffico di mezzi meccanici che trasportano materiali maleodoranti, in particolare relativamente alla tipologia dei rifiuti». Da corso Vittorio Emanuele fanno notare, inoltre, che l’Autorità di bacino dell’appennino meridionale, competente per materia, è intervenuta per ben quattro volte imponendo il divieto di modificazione della destinazione della ex cava, come risulta dal piano di gestione per le alluvioni approvato dal ministro competente e gestito dalla stessa autorità di bacino. Questione, questa, sollevata anche dal sindaco metropolitano Antonio Decaro in una lettera inviata oltre un anno fa agli uffici di via Spalato. «È evidente – ragionano dal Comune – che il paesaggio e l’ambiente del sito debbano restare assolutamente inalterati per le ragioni prioritarie, rispetto a qualunque altra valutazione, espresse dal vigente piano per la gestione delle alluvioni e quindi, nel rispetto degli apprestamenti difensivi dalle alluvioni previsti dal piano, nessuna attività contrastante con la suddetta destinazione territoriale può essere lecitamente autorizzata». Detto ciò, la conclusione è semplice: nessun seguito utile sia riconosciuto al procedimento in corso, pienamente regolato in via pregiudiziale dall’Autorità di bacino dell’appennino meridionale.
Oltre al Comune, anche “Ambiente è vita”, “Italia nostra” e “Fare verde” hanno presentato le proprie osservazioni perchè, quello contro la Ferlive, è un impegno che tiene tutti uniti.