Droga di ogni tipo: marijuana, hashish, cocaina, oltre a materiale per il confezionamento di vario genere. È quanto scovato dalla polizia nel centro storico di Bitonto, all’interno di un immobile abbandonato. Secondo quanto si apprende, i poliziotti, nel corso di un’attività di perlustrazione del territorio, avrebbero notato strani movimenti provenienti dal portone di un vecchio asilo abbandonato, nel cuore del borgo antico, nella zona del cosiddetto spaccio “del Ponte”, perché a ridosso del ponte che si affaccia su Lama Balice, che un tempo era solo appannaggio del clan facente capo al boss Domenico Conte.
Una volta all’interno, è stato trovato un vero bazar della droga, una sorta di deposito: all’interno c’era sostanza stupefacente sia già confezionata sia da confezionare, oltre a numeroso materiale per il confezionamento, come bilancini, bustine ed elastici. L’intero materiale è stato repertato e sequestrato a carico di ignoti. Fondamentale è stato l’intervento della polizia scientifica, che ha analizzato tutto il materiale alla ricerca di impronte o possibili tracce per poter individuare una o più persone che si occupavano della “base”.
Non mancano su questo le ipotesi: potrebbe trattarsi di una sorta di “centrale” dello spaccio, che verosimilmente funga da base per una nuova piazza di spaccio con possibili collegamenti verso clan baresi che, ancora una volta, potrebbero avere la longa manus sulla città alle porte di Bari. I Parisi-Palermiti, collegati ai Cipriano, potrebbero voler allargare e riprendere i loro spazi nel centro storico; o i Capriati legati a Conte, oltre che ai Cassano-Di Cataldo, è plausibile vogliano riconfermare la loro presenza. L’attività di entrambi i gruppi era già stata accertata nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.
Il luogo scelto per la “centrale” smantellata dalla polizia ha rappresentato per la città, negli anni ’70, un importante avamposto contro la criminalità: era proprio in quegli spazi che fu creato l’asilo “Pantaleo”, all’indomani di cinque infanticidi avvenuti tra l’11 settembre 1971 e il 6 giugno 1972. Lì quattro docenti e tre suore avviarono non solo attività mattutine per i piccoli, ma anche incontri di catechesi e cineforum pomeridiani, per allontanare i ragazzi dalla strada. Negli anni, quel luogo, rimasto in gestione alla parrocchia della zona, è stato murato per l’inutilizzo; ma a poco è servito contro chi, sfondando quelle mura, ha avviato l’attività illegale.