Solo l’arte sa entrare dentro il cuore dell’arte e illuminarlo di bellezza.
Vincenzo Mastropirro, poeta ruvese bitontino d’adozione, è sempre in ascolto della voce dell’universo per cercare l’armonia che faccia consuonare i palpiti del suo petto col respiro del mondo. Spartiti e poesie, per lui, hanno la stessa anima.
Così, il dramma di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore della storia, morto in disperata solitudine, non poteva non colpirlo, specie se si considera che il campione argentino era suo coetaneo e fonte indiscussa di ispirazione sportiva.
“Il mio amore per il calcio e quello per Maradona mi hanno accompagnato idealmente sia sul campo di gioco che nella vita. Lui l’Uomo di tutti i Sud del mondo, dei più deboli, degli ultimi, mi ha fatto scrivere questa poesia accompagnata a questo disegno bellissimo di Giuseppe Fioriello“, racconta Vincenzo e sottolinea l’icastica bellezza del ritratto fatto da Peppino, che immortala il “pibe de oro” mentre tiene in bilico sul capo un pallone che somiglia al mondo.
Ed ecco, nel giusto volgere di versi malinconici e veri, la vicenda esistenziale dell’omino che ha saputo trascinare i popoli che lo hanno amato.
“AD10S
Hai vissuto pregando Dio
sul prato verde della vita.
Dopo il bagno delle dita
nel catino di un’acquasantiera
hai seminato gioie violenti
senza sporcarti le mani di odio
con gocce di sangue secco
instillate nei peccati sparsi
tra i dilemmi di vecchi barboni.
Ora voli come una foglia
sulle ali di un mondo fluido
che corre sempre più
su binari di plastica inutile”.