Fare rete con gli altri comuni, informare gli agricoltori e premere per ottenere risorse. Si potrebbero riassumere in questi tre punti le iniziative fondamentali che il Comune di Bitonto intende assumere per impedire alla Xylella (l’infezione batterica che ha devastato gli ulivi del Salento) di dilagare anche nel nostro territorio. Ce le ha illustrate la vicesindaca Rosa Calò, assessora allo Sviluppo Rurale, nel corso di un’intervista in cui ha mostrato come intende muoversi Bitonto.
C’è un rischio elevato che la Xylella possa propagarsi nel nostro territorio?
Il rischio c’è. La malattia è partita dalla zona di Gallipoli e si è diffusa verso nord negli ultimi 5 anni. A gennaio sono stati ridisegnati i confini della zona di cuscinetto, ora ferma a Monopoli. Pochissimi territori ci distanziano. Ormai l’infezione è arrivata alle porte di Bari.
Vista questa enorme diffusione negli ultimi 5 anni, secondo lei vi sono responsabilità politiche del governo regionale?
Il governo regionale è stato ondivago, sia per ragioni di consenso che per ignoranza. Questo, assieme a manifestazioni di piazza e ricorsi al Tar, ha tardato la presa di decisioni nette. C’è stata un’alzata di scudi da parte di sedicenti ambientalisti che, anziché avere a cuore il paesaggio, si sono opposti ad eradicazioni che avrebbero potuto salvare altri milioni di piante.
Come ente, cosa può fare il Comune?
Il Comune deve mettersi in rete, ad esempio con le altre città aderenti al Gal. Da giugno abbiamo stilato quattro gruppi di azione per fare prevenzione attraverso l’informazione. Vi sono delle buone prassi agronomiche (aratura, potatura, innesto) che i lavoratori del settore agricolo devono seguire. Abbiamo prodotto una bozza di opuscolo che pubblicheremo dopo il via libera del Cnr. Il problema più grande è intervenire nelle zone incolte. C’è inoltre il nodo delle risorse. Si dovrebbe porre la questione a Centinaio (Ministro dell’agricoltura, ndr), perché ci sono a malapena le risorse per la manutenzione ordinaria, figuriamoci per quella straordinaria. Finora l’Unione Europea ha stanziato dei fondi destinandoli solo agli agricoltori che hanno perso i propri ulivi per la Xylella. Stiamo studiando anche l’applicazione di un decreto legislativo che prevede una collaborazione fra agricoltori ed enti locali per la tutela dell’ambiente, senza adire a gare d’appalto. Anche in questo caso sarebbero necessarie ulteriori risorse.
Ci sono delle prescrizioni che il Comune deve mettere in atto?
Dovrebbe solo tenere pulite le proprie strade. Noi rientriamo nella cosiddetta zona indenne, per la quale vi sono solamente raccomandazioni, non obblighi. Come Comune emaneremo un atto in cui raccomanderemo i cittadini ad adottare buone prassi, proprio per evitare gli errori che sono stati commessi finora dagli altri.
Sono state fatte assemblee conoscitive sulla Xylella?
A giugno scorso si è tenuta una pubblica assemblea sull’argomento. Poi una visita conoscitiva in Salento a fine luglio. Con il Gal si dovranno organizzare degli incontri con esperti in ogni comune.