Quando l’eleganza della musica jazz sposa la maestria architettonica dello stile
romanico pugliese della Cattedrale bitontina, non ci si può sbagliare, è il
richiamo annuale di uno degli eventi più attesi dell’estate: il Beat Onto jazz
festival.
Serata d’esordio, quella di ieri, per la XIII edizione del festival che cattura
l’attenzione non soltanto del pubblico bitontino, ma anche degli appassionati
del genere provenienti dai paesi limitrofi.
Un’apertura come sempre in grande
stile, riservata quest’anno a Walter
Ricci 4tet feat e Michel Pastre,
che ha sicuramente inorgoglito l’avvocato
Emanuele Dimundo, direttore artistico dell’evento, ma anche presidente dell’Associazione InJazz, l’ente che
organizza e coordina annualmente il festival.
«Ancora una volta
sono soddisfatto del risultato ottenuto e della risonanza dell’evento, di anno
in anno siamo riusciti a riscontrare un successo, almeno inizialmente,
inaspettato. La presenza così numerosa del pubblico non può che confermare il buon esito già da noi intuito.
L’attuale amministrazione ha poi dimostrato di credere molto in noi e nel
nostro progetto, tanto da investire più di quanto non avessero mai fatto le
precedenti», ha affermato l’animatore della kermesse.
Nella prima parte della serata, oltre a Walter Ricci,
jazzista di fama internazionale e Michael Pastre, anche lui musicista dal
curriculum non indifferente, si sono esibiti Attilio Troiano al pianoforte, Giuseppe
Venezia al contrabbasso ed Elio
Coppola alla batteria.
Subito dopo le 22.30 si è lasciato spazio alla
tradizionale jam sassion, condotta dal Maestro Andrea Gargiulo, che spiega significhi esattamente “sessione marmellata”, ad indicare la possibilità di
variare gli artisti presenti sulla scena.
Andrea Gargiulo, insegnante al
Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, è stato accompagnato da Giuseppe Bassi al contrabbasso e da Antonio Ninni alla batteria.
A tradire le origini napoletane del maestro è stata la
magistrale esecuzione del brano “Tu sì ‘na cosa grande”, che ha regalato a
Bitonto uno dei più intensi momenti musicali ed ha ricordato l’affascinante
cultura artistica di un Sud troppe volte disprezzato.
Degna di nota è stata anche
l’esibizione di Alessandra Cotugno, che dopo aver cantato “Nostalgia in Times
Square” ha salutato i non udenti presenti tra il pubblico, e spiegato come sia
possibile per loro avvertire le vibrazioni musicali ed assorbire le emozioni,
osservando attentamente le espressioni facciali dei musicisti.