Una scritta gigantesca troneggiava su Piazza Cavour sabato sera. Era Poesia, la “parola innamorata” per eccellenza. Innamorata della vita, del cielo, delle stelle e di ogni singolo palpito di ogni uomo.
A guardarla, mentre la folla cominciava a conquistare le viuzze del centro storico, era irrefrenabile il desiderio di porsi qualche domanda. Le stesse domande che hanno crucciato altri uomini prima di noi, avvinghiati nel mistero del sentimento orfico. “Cosa accade ogni volta che leggiamo una poesia?”, si chiedeva J. L. Borges. Ma soprattutto, può ancora esistere una qualche forma di arte poetica?
A fornire alcune risposte, senza pretesa di esaustività, ci hanno pensato gli organizzatori e i protagonisti della seconda edizione de “Le corti dei miracoli”, festival della poesia di strada curato dell’associazione “Cenacolo dei poeti”. Una kermesse briosa e ben riuscita, con la direzione artistica di Mario Milella e la direzione organizzativa di Nicola Abbondanza, che ha provveduto a riappacificarci per una sera o per tutta la vita con il genere letterario più bistrattato dai lettori moderni.
In postazioni diverse, la parola poetica s’è sposata con il luccichio della luce sulle “chianche”, creando scenari di singolare bellezza.
A Corte De Ferraris, un piacevole live show ha fatto rivivere gli intramontabili 8 e ½ di Fellini e Colazione da Tiffany di Blake Edwards, evento organizzato dal Liceo Linguistico “European Language School”. Ad alternare le scenette, la lettura delle poesie di Mariella Cuoccio, tratte dalla raccolta “La vita oltre la vita”.
In vico Spoto, Maria Bufano ha condotto le socie dell’associazione F.i.d.a.p.a. e qualche ospite barese nella lettura di alcune liriche. Dunque, qui la poesia s’è fatta espressione intima e profonda del cuore di ogni uomo, assetato oggi più che mai di verità e bellezza.
Poco oltre, Largo Gramsci è stato cornice di uno scambio interculturale che ha appassionato e arricchito i presenti. La lettura dei componimenti della Georgia, i salmi di liberazione di Ernesto Cardenal e in ultimo le liriche dalla Palestina hanno dato un assaggio della poesia come “scoperta dell’altro da sé”.
Ancora, a Porta Baresana il gruppo Aphrodite’s secret ha curato una declamazione di versi d’amore. Ma anche Vico San Paolo, Piazza Cattedrale e tante altre stradine del centro storico sono state valorizzate dalla bellezza della poesia o da mostre di fotografia. Indispensabile per la riuscita dell’iniziativa è stata la collaborazione di numerose associazioni bitontine, le quali hanno saputo ingegnarsi per offrire eventi di discreta qualità, unitamente al sostegno dell’amministrazione comunale.
“Una manifestazione quasi commovente, in cui non c’è stata supponenza ma un connubio perfetto tra la professionalità dei tanti artisti e la genuinità di chi ama affidare ai versi i propri sentimenti”, scrive una bitontina, “e ancora una volta è stato dimostrato che investire in cultura significa investire nel futuro”.
Fiore all’occhiello della manifestazione è stata l’esibizione del Giullare cortese da Orvieto, che dinanzi a un pubblico divertito ha improvvisato versi e rime, omaggiando la nostra tradizione medievale.