Sono particolari apparentemente banali, su cui molte volte i nostri occhi si sono soffermati con fare distratto: un tombino bagnato dal sole, una incrostazione sul muro di una casa, alcune strisce pedonali.
Il fotografo pugliese Marco Cavaliere, abituato a cogliere la bellezza in ogni scorcio, ha immortalato questi simboli urbani e li ha rivestiti di significanti suggestivi, che vanno dalla filosofia alla letteratura, dalla politica all’astronomia. Sedici scatti in digitale, che colpiscono per una cromia tendente al rosso, al dorato e al blu cobalto e che sono ospitati presso le Officine Culturali, nella mostra “Urban Signs” all’interno del progetto Puglia Open Days.
Così, a seconda della sensibilità di chi guarda e china leggermente il capo, una macchia d’umidità diventa un Pianeta osservato da un telescopio spaziale, un tombino dorato può somigliare a un monile femminile, alcune rughe sul muro ci riportano con la mente a quel “male di vivere” di montaliana ispirazione.
A guidare lo spettatore in questo viaggio pungente nell’ecosistema urbano, le didascalie ideate dalla bitontina Chiara Cannito, che riescono a vestire di preziose metafore e allusioni anche lo sporco e l’indecoroso delle nostre città.
Su tutte, una in particolare ha il sapore di una precisa dichiarazione di poetica, che definisce i contorni immaginifici e surreali entro cui si muove la personale: “Ti sembro una clessidra? Ribaltami. Vedi due uova a tegamino? Mangiami. Riconosci un paio di occhiali? Indossami. Azzera le distanze. Vai oltre le apparenze. Vestimi di poesia”.
La mostra è stata organizzata in collaborazione con la Cooperativa Ulixes, in partnership con Progetto Continenti, e sarà disponibile al pubblico fino a settembre.