Se c’è una cosa che ha caratterizzato la giornata di ieri, è stata la bufala. Non parliamo, purtroppo, del delizioso prodotto caseario campano. Parliamo di fake news o, per usare il preferibile idioma italico, di notizie false.
Partiamo dalla notizia del disastro al mercato di Bitonto a causa di una tromba d’aria, diffusa ieri dalla pagina Facebook “Ana – Associazione Nazionale Ambulanti”. Il post sulla pagina, successivamente rimosso, parlava di decine di autocarri spazzati via dal maltempo, invitando la politica a porre l’attenzione su quanto sia difficile essere venditori ambulanti e affrontare i pericoli legati alle condizioni atmosferiche.
Peccato che non solo la notizia di cronaca fosse completamente falsa, ma anche che le foto mostrassero palesemente luoghi che bitontini non sono.
«Il Comune di Bitonto si ritiene inutilmente oltraggiato da video e foto che chiaramente si riferiscono ad altri territori. I video e le foto con relativa bufala sono ovviamente diventati già “patrimonio” di tanti cittadini che mi stanno chiamando allarmati. Ho chiesto al responsabile comunale di settore di produrre esposto per diffamazione» è stata la risposta del sindaco Michele Abbaticchio.
Ma quella su cui qui conviene concentrare l’attenzione è un’altra notizia. Quella del tentato rapimento, da parte di persone di etnia rom, di una bambina, nella villa comunale. Una notizia diffusa attraverso un audio fatto girare con Whatsapp.
«Hanno tentato di addormentare mia nipote, ieri, nella villa comunale – spiega il messaggio vocale, evitando precisi riferimenti spazio-temporali – È stata una zingara che era con due bambini. Tutto sembravano tranne che zingari. Tendevano ad allontanare la bambina dal gruppo. Mio cognato la controllava, ma mentre chiacchierava, ad un certo punto non la vide più. Per fortuna gli zingari si sono poi avvicinati, andando verso i giochi dei disabili. Questa zingara le versava in un bicchiere, con una bottiglia che sembrava un succo di frutta Santal, un liquido rosa. Per fortuna mio cognato vide in tempo. A quanto pare quel liquido era sonnifero. Mio cognato ha denunciato la cosa. La donna è già schedata. Quindi mi raccomando, fate attenzione, perché a noi è andata bene, ma basta un minimo di disattenzione affinchè i figli ci sfuggano. Queste persone il loro mestiere lo sanno fare bene. Poveri figli, li dobbiamo tenere segregati in casa per colpa loro».
Inutile dire che alle forze dell’ordine di tutto ciò non risulta nulla. Senza contare che, sempre nella giornata di ieri, la stessa notizia si è diffusa anche a Corato, come riportato da alcune testate locali. Anche lì nessun riscontro, nessuna denuncia per tentato rapimento verso donne rom già schedate.
Sembra di ricordare un’altra famosa bufala diffusasi qualche anno fa anche a Bitonto. Quella del furgone bianco, guidato da persone dell’Est Europa, che rapivano i bambini. Una notizia che, quasi contemporaneamente, apparve in diverse città italiane, dalla Sicilia alla Toscana, dalla Calabria alla Sardegna. E, ovviamente, nessun riscontro. Era chiaramente una notizia falsa.
Il copione è spesso simile. Vittime sono i bambini, per sfruttare il naturale istinto di protezione verso i figli. Carnefici sono persone dell’est o, più precisamente, rom, in base a stereotipi e luoghi comuni che vedono quest’ultima categoria sempre alla ricerca di pargoli da sottrarre ai genitori per fini ignoti.
L’assenza di riferimenti spazio-temporali ben precisi, poi, contribuisce a far sì che la notizia si diffonda in ogni dove. Quasi ogni paese, per intenderci, ha una villa comunale.
Ma tali notizie, lungi dall’invitare i cittadini a stare attenti, contribuiscono solo a diffondere allarmismo e ad avvelenare un clima sociale già affetto da pregiudizi e sospetti verso alcune categorie.
Fate attenzione, certamente, ai bambini. Ma a prescindere, non solo in presenza di persone di determinate etnie. E prima di diffondere tali notizie, provate a vedere se, alla base, ci sia un minimo di verità.