Articolo tratto e gentilmente concesso dal blog di viaggi “Valigiamo.it” della cara collega Donatella Lopez
L’infrastruttura c’è ed è tra le più moderne d’Italia: la nuova pista dell’aeroporto di Bari non attende altro che ospitare di nuovo il traffico aereo che, negli anni, è stato determinante per l’economia locale; soprattutto quella turistica. A tal proposito, ora si attende che accordi commerciali portino a Bari i voli intercontinentali: con l’allungamento della pista di volo del Karol Wojtyla, la Puglia si è candidata a ospitare i Boeing 747. Lavori di prolungamento della pista, RWY 07/25 e di adeguamento della RWY 25, durati poco meno di 10 giorni, costati 8.689.838,55 di euro. Interventi che hanno rispettato il crono programma nonostante le condizioni meteo avverse.
Così, dalle 6 del mattino del 9 marzo del 2018, l’aeroporto di Bari torna al pieno della sua operatività. “E’ stata completata la parte più invasiva dei lavori che consentiranno alla pista del Karol Wojtyla di presentarsi nella sua configurazione massima di 3.000 metri, sia in decollo che in atterraggio, e con più elevati standard di sicurezza e di efficienza operativa, grazie anche al prolungamento (da 720 a 900 metri) del sentiero di avvicinamento luminoso “Cat. 1” per pista 07; lato Bitonto – soglia strumentale di precisione” si legge in una nota di Aeroporti di Puglia.
Un risultato importante reso possibile dall’impegno di maestranze e tecnici che hanno lavorato 24 ore su 24. Tecnici, operai specializzati e imprese esecutrici, un’Ati formata dalle aziende
pugliesi Matarrese ed Engineering Planning Construction, che hanno contribuito all’esecuzione dei lavori. L’aeroporto di Bari, già riconosciuto tra i più moderni d’Italia, ha così reso più efficienti le infrastrutture di volo; in accordo con le norme aeronautiche internazionali e con quelle ambientali riferite al contenimento dei consumi energetici.
E tra gli esempi virtuosi di quanti in Puglia hanno adottato politiche di risparmio energetico, un riconoscimento speciale è stato proprio attribuito a Aeroporti di Puglia, da Legambiente e Treno verde, per le iniziative realizzate in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e di adeguamento ed efficientamento energetico. In particolare il riconoscimento è stato attribuito per l’ampliamento dell’ala Est dell’aeroporto di Bari, realizzato in base a un progetto incardinato sui più recenti principi di eco-sostenibilità, in grado di selezionare avanzate soluzioni tecnologiche, anche in relazione a sistemi di produzione fotovoltaica, totalmente integrate nella struttura architettonica.
Un intervento complementare al piano di efficientamento per la riqualifica energetica dell’Aeroporto di Bari che ha previsto, tra l’altro, la riqualifica del sistema aeronautico AVL, con la sostituzione integrale delle esistenti sorgenti luminose tradizionali con sorgenti efficienti a tecnologia led e la costruzione di una centrale di cogenerazione a biomassa legnosa, riconducibile alla “filiera corta”, per la produzione di energia elettrica e termica.
Tornando ai lavori che hanno riguardato la pista dell’aeroporto, si è lavorato senza sosta, con 3 turni di 8 ore ciascuno, nelle 24 ore impiegando: 10 tecnici Aeroporti di Puglia (Supervisione Direzione Tecnica e Safety); 20 tecnici (ingegneri e geometri) staff tecnico direzione lavori e impresa; 3 tecnici ENAC (ingegneri), Commissione collaudo, certificazione agibilità e alta vigilanza; 200 maestranze specializzate, in totale al giorno, alternate su più turni; 45.000 metri lineari di cavi di alimentazione AVL; 200 luci asse pista di volo a tecnologia LED; 84 macchine operatrici, di cui 15 di grande potenza (escavatori, fresatrici, vibrofinitrici); 94.000 metri quadri di superficie d’intervento per la sola pista di volo.
Ora il nuovo asse luminoso consentirà decolli anche con ridotta visibilità. Nell’insieme, i lavori sulla pista hanno riqualificato l’intera infrastruttura di volo (sottofondo e pavimentazione) attraverso il rifacimento dello strato di usura in conglomerato bituminoso. I nuovi impianti AVL (aiuti visivi luminosi) sono stati realizzati, come accennato prima, con tecnologia Led garantendo i più alti livelli di efficienza e gestione operativa. Luci riposizionate sulla pista diminuendo la distanza delle stesse: da 30 metri 15 metri.
I lavori appena ultimati sono serviti soprattutto per colmare 5 “buchi” in pista, detto in maniera volgare, per i quali è stato necessario scavare fino a due metri di profondità e poi scarificare, cioè grattare, tutto il bitume. Un lavoro per il quale sono state impiegate 4 frese tra le più grandi in commercio.
Interventi al termine dei quali una macchina ha verificato la portanzadella pista, cioè quanti chili per centimetro quadro regge la pista, con l’impiego di un pendolo che simula gli atterraggi dei velivoli sulla pavimentazione restituendo dati funzionali a promuovere il transito aereo. Sempre lo stesso dispositivo ha realizzato il grip e lo skid test, cioè attrito volvente e latente, e il profilometro, cioè il profilo altimetrico e longitudinale della pista lungo i suoi 3000 metri. Test di stress che, alla fine, sanciscono l’agibilità della pista.
E tanto stress lo hanno accumulato tecnici e maestranze che hanno lavorato per restituire al capoluogo di Bari un aeroporto dal traffico a lungo raggio.
Francesco Tricase, amministratore unico della Enginering planning costruction di Monopoli, una delle due aziende che hanno eseguito i lavori, ci ha concesso di scoprire la pista in anteprima