«Lavori cominciati sei anni fa e bloccati da un anno e mezzo: è lo scandalo del ponte sulla provinciale 231 in direzione Terlizzi, ad intersezione con la poligonale di Bitonto.
Il cantiere, inaugurato ad ottobre 2013, si sarebbe dovuto chiudere nel giro di sei mesi. Invece, dopo una serie di rinvii e stop, da luglio 2018 tutto è fermo».
Il consigliere regionale Domenico Damascelli (Forza Italia) torna ad affrontare l’argomento del cantiere per il ponte della Poligonale di Bitonto, sull’intersezione con la Sp231.
«Uno scandalo tutto italiano» secondo Damascelli, in quanto il cantiere fu inaugurato ad ottobre 2013, nonostante l’appalto fosse previsto dal 2011: «Doveva terminare dopo sei mesi. Ad oggi, dopo sei lunghi anni, tutto è fermo da un anno e mezzo, da luglio 2018. Nonostante sia un’opera strategica per lo sviluppo del territorio, perché consentirebbe di evitare l’ingresso di tanti mezzi pesanti nella città, di far uscire gli imprenditori della zona artigianale dall’isolamento in cui vivono, per consentire anche al mondo agricolo di operare serenamente, perché ci sono agricoltori che hanno terreni divisi dalla Sp231 e, nonostante la distanza di pochi metri, sono costretti a fare lunghi e tortuosi giri per raggiungere un terreno che è a pochissimi metri».
Per Damascelli, il ponte è un’opera che Bitonto attende da anni: «Ma ci sono stati tanti annunci, molta disinformazione. Per questo ho promosso un incontro in Regione, convocando i rappresentanti politici, istituzionali e tecnici di Città Metropolitana e Comune di Bitonto, insieme a rappresentanti degli imprenditori, per chiedere a che punto fossero i lavori e quando dovessero ricominciare. La riunione si è tenuta nel giugno scorso e abbiamo scoperto che era tutto in altomare, dovuta ad una serie di situazioni dovute ad una delle ditte coinvolte, in stato di liquidazione. È da giugno che sto chiedendo risposte, nonostante la Regione non dovrebbe intervenire. Risposte che la Città Metropolitana non da, nonostante Bitonto abbia dei rappresentanti in seno a quella istituzione».
Il rischio è, per il consigliere, che questa opera incompiuta, per la quale sono stati spesi già molti soldi pubblici, possa deteriorarsi: «Sarebbe ancora peggio. Invece, noi vogliamo che questa opera sia realizzata al più presto. Continueremo questa battaglia affinchè vengano realizzati gli impegni presi»