“Ho l’obbligo di suonare la sveglia per gli ennesimi ritardi e criteri errati da parte della Giunta regionale sul Piano di Sviluppo Rurale, che impediscono al settore agricolo di cogliere le opportunità offerte dall’Unione Europea e che rischiano di far perdere risorse essenziali per lo sviluppo”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della Commissione consiliare Agricoltura.
“Innanzitutto – aggiunge – la categoria è in subbuglio per la beffa dei fondi per il biologico: i fondi europei ci sono ma la dotazione finanziaria stabilita è troppo esigua, persino irrisoria rispetto alle richieste. Ciò sta determinando una vera e propria ingiustizia ai danni degli agricoltori che hanno iniziato già da due anni la lavorazione dei campi seguendo la procedura del biologico, con la trasformazione dei metodi di coltivazione. Lo hanno fatto perché nutrivano legittime aspettative sull’arrivo dei finanziamenti che, però, adesso non ci sono perché non vengono stanziati! Non solo resteranno a bocca asciutta, ma stanno sostenendo anche considerevoli costi per le relative certificazioni da pagare agli organismi di controllo e questo è inaccettabile.
Sulla misura relativa alla sostanza organica, con il primo bando hanno finanziato soltanto le poche aziende con estensioni di centinaia di ettari, dai 250 in su; con il secondo bando pare che saranno finanziate le aziende con estensioni fino ad un massimo di 10 ettari. Vi è, quindi, il rischio che le aziende di medie dimensioni, che sono la maggior parte, non potranno mai beneficiare di tale misura. Un altro criterio che non comprendiamo è quello sulle misure del miglioramento fondiario delle aziende agricole, in particolare la Misura 4.1.A: sono giunte all’assessorato 3.202 domande per una richiesta di 640 milioni di euro, ma ne dovrebbero essere finanziate solo circa 600 mettendo a disposizione appena 120 milioni di euro (eppure anche qui, gli ulteriori fondi ci sarebbero!). Ma perché? E come si procederà adesso: con nuovi bandi o con lo scorrimento della graduatoria? E chi si è già impegnato a programmare attività e iniziative, sarà costretto a rifarle o potrà aspettare lo scorrimento delle graduatorie? Nel ‘sistema Puglia’, a differenza di altre Regioni, si prevede che i bandi vengano pubblicati ogni due anni, ma questo è un colpo secco alla nostra economia agricola. Non si consente alle aziende non solo di avviare nuove attività, ma nemmeno di programmarle!”.
“La Giunta faccia tesoro delle segnalazioni – conclude Damascelli – e cambi marcia, per non disperdere risorse ed opportunità vitali per un settore stretto nella morsa della crisi e fondamentale per l’economia della nostra regione”.