#pensaachiresta, il “nuovo” progetto targato (anche) Comune di Bitonto contro le dipendenze e tutto ciò che provoca dipendenza, è un qualcosa che, innanzitutto, cerca di passare dal particolare al generale. Dal singolo alla collettività, perché quando si è vittime di incidenti di questo tipo, a risentirne non è soltanto chi non c’è più, ma anche la famiglia e le persone più care. Quelle che restano, appunto.
E, di conseguenza, è tante altre cose. Rientrante nel più ampio “No alcool no crash” della cooperativa Caps, e voluto anche dal Comune di Bari, quello di Bitonto (si è unito soltanto qualche tempo fa, trovando le risorse necessarie per accodarsi, 25mila euro), dalla Azienda sanitaria locale barese, dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal Garante regionale dei diritti dei minori, vuole far capire ai più piccoli – le ultime classi delle scuole medie inferiori – e non solo una corretta e sana educazione stradale e alla guida sicura, e sensibilizzare su quali danni potrebbero provocare mettersi al volante con l’assumere alcool, droghe o distrarsi per colpa degli smartphone e cellulari in genere.
E lo si vuole fare responsabilizzando i destinatari attraverso il legame affettivo tra le vittime di incidenti e i familiari. È una esortazione, dunque, ad assumere un comportamento responsabile non solo a salvaguardia della propria incolumità, ma anche dei propri affetti.
#pensaachiresta, in realtà, è attivo già da marzo dello scorso anno, e proseguirà fino al 2020. Ieri, a Palazzo Gentile – e ancora prima, ieri l’altro, al Comune di Bari -, è stata presentata la sua terza fase. La campagna di sensibilizzazione da portare a tambur battente praticamente ovunque. Sui social (video e spot li vedremo su Facebook e non solo), addirittura nei cinema (al Ciaky e al Galleria di Bari), e in giro per i Comuni di Bitonto e Bari.
Fase che si unisce alle due precedenti che già camminano per conto loro. Quella informativa. E quella di tipo esperienziale, che consiste nei simulatori di guida dei veicoli che riproducono le alterazioni di percezioni che si provano assumendo le sostanze psicotrope. E, nelle scuole bitontine – non sono ancora state individuate – verranno eseguite una volta al mese.
A illustrare il da farsi è stato Christian Signorile, vicepresidente della cooperativa Caps, secondo cui l’età di prima assunzione di sostanze psicotrope a Bari e Bitonto è meno di 15 anni, e comunque nella fascia tra i 14 e i 18 anni.
Gaetano De Palma, assessore comunale al Welfare, ha fatto riferimento a un triste avvenimento. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’incidente mortale sulla sp.231, nel mese di ottobre, che è costato la vita ai 20enni di Palombaio Paolo Putignano e Giuseppe Abbatantuono (clicca qui per articolo https://bit.ly/2CaR2uq).
Carmela Elia, del Dipartimento dipendenze patologiche della Asl di Bari, ha ricordato un punto essenziale: la dipendenza da alcool è quella più sottovalutata, nonostante abbia il più alto indice di causa diretta di mortalità ed e indirette sulla salute altrui, anche infortunio sul lavoro e domestici.
Il comandante della polizia municipale, Gaetano Paciullo – fondamentale sarà anche il ruolo dei vigili urbani – ha annunciato una novità importante che arriverà a breve. Un servizio di controllo in sintonia con le altre forze di polizia nei locali notturni.
Una cosa buona e giusta.