La forma semicircolare della Chiesa del Santissimo Sacramento ieri più che mai è sembrato un
abbraccio. Quello dell’intera città a Mariagrazia
Cutrone e alla sua famiglia.
Centinaia di bitontini ieri hanno voluto dare l’ultimo
saluto alla 29enne, uccisa il 3 novembre da suo marito e da “un
amore falso”, come definito da don
Antonio Serio.
«Tante
donne, soprattutto, sono perseguitate per un amore falso che le vorrebbe come
oggetti. È un amore che umilia, che ferisce in tanti modi: con parole, gesti, minacce.
L’amore falso separa non unisce, uccide il corpo e la vita. Mariagrazia non è stata uccisa solo una volta,
ma tante volte. E chi non è capace di essere marito e padre, non è un uomo, non
è una persona. Dovrà rendere conto a Dio per la sua violenza. E dovrà rendere
conto alla giustizia degli uomini, come speriamo che avvenga» ha dichiarato
il parroco durante l’omelia.
«Noi
diciamo che bisogna denunciare – ha continuato –. È facile dirlo, ma sappiamo che farlo significherebbe
altre minacce, ripercussioni. Ora non possiamo solo addolorarci ma dobbiamo cambiare.
Che mondo, che famiglia, che amore consegniamo ai bambini se viviamo nell’odio?
Tutti abbiamo grande responsabilità, non solo politici e forze dell’ordine. Ognuno
ne ha davanti a Dio, davanti alla società, davanti alla sua coscienza».
«Non
ho conosciuto bene Mariagrazia – ha ammesso don Antonio -.L’ho incontrata solo 2 volte perché da
mamma cristiana ha espresso il desiderio che i suoi bambini fossero battezzati.
Ciò non si è ancora realizzato, ma presto avverrà».
Il prete si è poi rivolto alla madre di Mariagrazia,
riversa sulla bara, e all’intera famiglia Cutrone: «Continuate a credere nell’amore e nella famiglia, come fate, per
rendere felice Mariagrazia in cielo. Voi, bambini, crescete con l’amore che la
mamma vi ha dimostrato, che avete vissuto e continuerete a vivere in ogni
momento?».
Al termine della celebrazione, officiata da don Antonio
Serio e da don Vito Piccinonna, la
cugina della vittima ha ricordato Mariagrazia, «una mamma presente e premurosa, che sapeva mascherare le tristezze. Un
angelo dagli occhi verdi strappato troppo presto alla vita».
Anche il sindaco Michele
Abbaticchio ha voluto dedicare un pensiero alla famiglia: «Secondo me, c’è un modo per far rivivere
Mariagrazia anche sulla terra ed è attraverso i suoi figli, perché i suoi figli
sono Mariagrazia. Loro hanno la possibilità di vincere l’odio e la violenza, attraverso
la loro testimonianza di amore, passione e di affetto. Ho parlato con i Servizi
sociali, che già avevano conosciuto Mariagrazia e la ricordano come una madre
molto attenta all’educazione dei suoi piccoli, e possiamo assicurare che il Comune
di Bitonto non vi lascerà mai soli».
Ma non è così per la mamma di Mariagrazia. «Nessuno ha fatto nulla per noi. Non vi
interessa niente perché non è il vostro sangue. Le forze dell’ordine avrebbero
dovuto portarlo via prima» è lo sfogo di dolore della donna.
Un dolore assurdo e cieco che sarà impossibile
dimenticare.