L’infinita vicenda sul nuovo inceneritore della Newo,che dovrebbe sorgere nella zona industriale di Bari-Modugno, a pochi chilometri dal territorio bitontino, si arricchisce di un ulteriore tassello. Venerdì scorso, l’assemblea dei soci del Consorzio per l’area industriale Bari-Modugno (Asi) ha stabilito all’unanimità di non procedere alla cessione definitiva del suolo chiesto dalla Newo spa per la costruzione dell’inceneritore, rinviando ogni decisione.
Per il presidente del cda Lino Martinelli, «ci sono diversi ricorsi in atto, quindi tutto è stato rinviato a dopo la pronuncia del Tar».
Soddisfazione da parte del sindaco di Modugno Nicola Magrone: «È il giusto risultato che ci attendevamo oggi dall’Asi, considerata la grande preoccupazione della società civile e della popolazione dei comuni interessati dal progetto dell’inceneritore. Una preoccupazione che ci ha indotti a chiedere con ricorsi al Tar l’annullamento delle autorizzazioni regionali date all’insediamento Newo. L’Asi ha condiviso la nostra posizione con la quale abbiamo sempre sostenuto che fosse necessario aspettare i pronunciamenti del Tar prima di ogni altra valutazione sulla cessione del suolo alla Newo».
I sindaci dei comuni di Bari, Bitonto, Giovinazzo e Modugno hanno impugnato l’autorizzazione integrata ambientale concessa dalla Regione agli inizi del 2018. Il Comune di Bitonto ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato.
Per Corsina Depalo, presidente del “comitato NO inceneritore”, il rinvio della vendita del suolo «non è per noi un rinvio tecnico, ma ha una forte valenza politica».
Secondo il comitato, l’impianto non è coerente con i programmi ministeriali dello sviluppo sostenibile agenda 2030 che puntano all’abbattimento della produzione dei rifiuti e all’abbattimento delle concentrazioni inquinanti in atmosfera. Questo perché, spiegano dal comitato, «gli inceneritori spingono sulla raccolta indifferenziata senza limiti dei rifiuti e non sulla differenziata, anzi ne bloccano i processi».
Quali sarebbero le alternative? «Noi vogliamo incrementare la raccolta differenziata che attualmente in Puglia è inferiore al 40% – evidenzia la Depalo – completando il processo del porta a porta con la tariffazione puntuale, riduzione della quantità di rifiuti che rimane tale e quale, realizzare le previste compostiere domiciliari e di comunità che ad oggi sono sulla carta, perché non ne è stata realizzata neanche una. Tutto ciò deve costituire l’oggetto del nuovo piano regionale dei rifiuti che comprende solo i rifiuti urbani e non quelli speciali e pericolosi».