Nessuna storia. Ad essere
raccontata al Teatro Traetta sabato
scorso è stata la Puglia.
“Nato tra le cosce della terra” è l’immagine della nostra regione, dei suoi
costumi, delle sue tradizioni, dei suoi uomini e del loro rapporto con la terra.
La stessa terra di cui è stato interamente ricoperto il palco, e che cadeva
sullo stesso, e di cui si sono impregnati i quattro danzatori protagonisti
dello spettacolo insieme agli otto componenti del gruppo etno-folk pugliese U’Munacidde.
Anche i musicisti,
infatti, hanno avuto parte attiva. A sostenere l’esibizione dei ballerini
internazionali, c’è stata la creazione musicale inedita che ha fatto rivivere
le usanze pugliesi: dai giochi per bambini come “Iùne
monde la lune” alle mille sfaccettature della fede. Le invocazioni ai santi, i
canti durante la funzione religiosa, le tradizionali processioni. Nulla è
trascurato nello spettacolo della Compagnia professionale
franco-pugliese di danza contemporanea, Compagnia
Ezio Schiavulli.
Dopo Parigi, Pechino, Yokohama, Guayaquil, “Nato tra le
cosce della terra” ha avuto il successo meritato anche a Bitonto.
«Vogliamo creare un ponte culturale
tra Francia e Puglia. È un lavoro duro, ma ci proviamo» ha spiegato il coreografo e ideatore
dello spettacolo Ezio Schiavulli. «Non facciamo formazione, ma creazione.
Vogliamo dimostrare che l’arte non è per pochi ma per tutti e vogliamo
esportare la cultura e l’accessibilità dell’arte. Questa è la cultura del
domani, quella che apre possibilità».
La possibilità
che, per ora, ci ha lasciato “Nato tra le cosce della terra” è stata quella di
riscoprire e apprezzare la nostra pugliesità. Spingerci a ritrovare e
preservare la nostra identità, impedendo che si sgretoli come la grotta, luogo
immaginario dello spettacolo.