Sabato sera, nell’incantevole Giardino Pensile, c’era un pubblico che poteva essere più nutrito per uno spettacolo di levatura internazionale.
Ma la cecità dei
bitontini, purtroppo, continua a sorprendere e a lasciare un retrogusto amaro.
A chiudere la stagione estiva del Teatro Traetta è stata la Mastropirro Ermitage Band. Una combriccola
di pazzi -pazzi di gioia di vivere e passione per la musica- che ha
entusiasmato gli animi degli spettatori con un indiscusso talento artistico.
Fragmenta è stato il titolo dal sapore petrarchesco del
concerto: un concentrato di lirismo, magia, ironia e intuizioni creative, che
il compositore bitontino (d’adozione, sì, ma ormai “nostro” a tutti gli effetti) Vincenzo
Mastropirro ha raccolto in un doppio cd per festeggiare i suoi vent’anni di carriera.
Special guest
dell’evento una bellissima Elisa Barucchieri,
ballerina di fama internazionale, che ha impreziosito alcuni brani con
coreografie di danza contemporanea.
I muscoli del suo corpo, gli arti, il volto
e gli occhi: tutto della sua figura riusciva a trasmettere ora tensione e
ansietà ora soavità e leggerezza.
Le Ballate sulle poesie di Alda
Merini hanno aperto lo spettacolo. Accompagnata da un ottimo Domenico Bruno al piano e dal flauto
traverso di Mastropirro, il soprano Marilena
Gaudio ha intonato quattro liriche appassionate, facendo echeggiare tra i gelsi
e le stelle i sospiri della più grande poetessa del Novecento.
“Un giorno ho comprato casualmente una raccolta
di poesie di Alda Merini”, spiega Mastropirro, “e mi è venuta l’idea di tradurle in musica. In seguito, ci siamo
incontrati, lei ha ascoltato i pezzi e li ha apprezzati particolarmente”.
Altrettanto emozionanti le musiche sui componimenti del poeta Vittorino Curci.
Tra questi, i versi
della struggente “Avremo anche meno” sono
stati un dono insperato per il cuore, in tempi d’insopportabile aridità come
quelli che stiamo vivendo.
Poi, il ritmo s’è fatto più travolgente con Astortango e Milonga, in cui hanno dominato la
sensuale fisarmonica di Vince Abbracciante e il sax del notevole Nicola
Pisani. Del primo, qualcuno tra il pubblico ha sussurrato che “sicuramente presto spiccherà il volo e qui non lo vedremo più”.
Invece, i brani Lisboa
café e Theme for Gina hanno
trascinato gli spettatori in una dimensione sognante grazie al dolce clarinetto
di Giambattista Ciliberti, mentre Mostar è stata un vortice concitato di
note e strumenti.
Per quest’ultimo brano, la chitarra di Antonino Maddonni è stata preziosa, e i giochi folli e bambini tra
il bassista Camillo Pace e il
batterista Antonio Dambrosioqualcosa di veramente sorprendente.
Dunque, grazie alla brillante intuizione degli assessorati alla
Cultura e al Marketing Territoriale (lo riconosciamo volentieri, questa volta),
lo spettacolo Fragmenta ha riunito in
un’unica location una banda di fuoriclasse. E ha proposto ai bitontini presenti
una contaminazione originale di musica, canto e danza contemporanea, che è
stata un piacere per le orecchie e per gli occhi.