La poca malleabilità della maggioranza nello scorso consiglio
comunale, dinanzi alle richieste di emendamenti da parte dell’opposizione, ha
scatenato non pochi malumori.
Specie nel Pd.
La
situazione pare aggravata. «Le
imposte sembrano addirittura maggiorate – apre Francesco Ricci -.Ma si sono contraddistinti tenendo solo
conto della fredda logica dei numeri, dimostrando di avere dei preconcetti nei
nostri confronti. Non abbiamo ritenuto possibile il loro atteggiamento verso l’abrogazione
dell’esenzione per Chiese ed Onlus».
Il
precedente. Correva il
lontano 2000, con l’allora giunta Pice,
quando il Consiglio comunale escludeva
dalla tassa di smaltimento rifiuti solidi urbani, a norma del 1 comma dell’art.
67 del D.Lgs 507/93, “gli edifici e le
aree destinate ad aperte al culto e relativi locali adibiti ad opere parrocchiali con esclusioni di
eventuali edifici dei ministri del culto e dei locali adibiti ad attività
scolastica”.
Insomma, passi indietro.
I
post su Facebook fatti di “demagogia e ipocrisia amministrativa”. «Gli emendamenti di Intini sono stati
condivisi da tutta la coalizione – ha espresso Franco Natilla – ed è impossibile che nessuno di questi abbia
trovato in loro l’approvazione. Sono stato stupito, oltremodo, da i post del
sindaco su Facebook: fa della demagogia e dell’ipocrisia le sue caratteristiche
amministrative».
E il consigliere sferza ancora più il primo cittadino: «Dirò di più. Sembrava di assistere ad un
tribunale dell’inquisizione al contrario dove al rogo c’era il 3 settore:
consiglieri che parlavano di “indottrinamento”, o delle Chiese come enti che “vivono
e guadagnano sulle disgrazie della gente”, non rispecchianti la realtà dei
fatti».
In realtà «sono
proprio loro che vivono in prima fila nella trincea del territorio – ricorda Natilla
-. Il sindaco risparmiasse le sue preghiere su Facebook per concedersi un posto
in paradiso: così si finisce solo nell’inferno politico».
Ma
è Paolo Intini che smorza la lampadina politica per attivare quella dei
tecnicismi numerici. «Facendo
dei calcoli pratici valutando il valore catastale dell’immobile, l’aliquota al
1,50 e il possesso dell’abitazione possiamo notare che aumentando il valore
dell’immobile la Tasi diminuisce paradossalmente».
Qualche
esempio concreto. Poniamo
il caso di una coppia con un figlio, un imponibile (cioè il valore dell’immobile)
di 60 mila euro, aliquota all’1,50 ‰, possesso al 50% la Tasi sarà di 45.00 euro a fronte dei 0,00 euro pagati per l’Imu
nel 2011- 2012 e 2013.
Una coppia con due
figli, con la stessa situazione immobiliare, pagherà 90 euro di Tasi (a fronte sempre degli 0,00 euro pagati per l’Imu).
Mentre, una coppia con due figli ma con un imponibile
di 160 mila euro e il possesso al 100%, a fronte dei 340 euro di Imu pagati nel
2012, pagherà 240 euro di Tasi.
La
stangata ricade anche sugli anziani. Sono esenti dal
pagamento coloro i quali non supereranno i 5 mila euro di Isee. Ma i
consiglieri fanno notare che: «mettendo
che un anziano percepisce una pensione di 500
euro al mese produrrà, annualmente, un Isee
di 6 mila euro, quindi superiore al limite per l’esenzione».
Non
sono risparmiate nemmeno le attività commerciali. «Se fino ad ora l’Imu era dimezzato allo 0,
46‰ ora la Tasi è restata comunque all’1.5 ‰, quando invece sarebbe dovuto
essere esattamente a metà allo 0, 75 ‰».