Che la situazione fosse davvero grave, lo avevamo intuito dalle puntate precedenti.
La Società ambientale Nord barese (comprende i Comuni di Bitonto, Terlizzi, Molfetta, Ruvo e Corato) – la Sanb – nata nel 2014 per gestire il servizio di igiene urbana dei cinque enti locali suddetti, oltre a non essere mai partita, versava in situazioni economiche abbastanza gravi, tant’è che a novembre 2016 è stata necessaria una ricapitalizzazione “costata” alle casse di Palazzo Gentile 22mila euro (clicca qui per articolo http://bit.ly/2wFz80w), con tanto di dimissioni del Consiglio di amministrazione della società.
Ora, a distanza di qualche mese, e nonostante la presenza di un Commissario straordinario nominato dalla Regione, la Sanb è una società in liquidazione.
Lo aveva annunciato la “Gazzetta del Mezzogiorno” qualche mese fa.
Lo ha ribadito l’ex assessore comunale Michele Daucelli nel Consiglio comunale del 5 agosto, il dì dell’approvazione degli equilibri di bilancio 2017.
Lo ha mostrato ieri l’altro su Facebook, con tanto di foto della visura camerale.
“Si tratta – sottolinea l’attuale esponente di opposizione – di un documento aggiornato al 7 agosto 2017 (e, secondo i bene informati, mancano ancora le ultime novità, ndr) – che certifica come la Sanb sia una società in liquidazione, con tanto di nomina del liquidatore”.
Oltre, però, a questo pesantissimo problema (“ci piacerebbe sapere adesso per quanto tempo sarà in liquidità, e cosa si vuole fare nell’immediato futuro”, dixit sempre Daucelli), ci sarebbero altre delicate questioni che ne fanno da contorno. Il mancato rispetto – dice sempre il consigliere comunale – delle leggi.
Innanzitutto l’articolo 42 della legge 267/2000. Che, alla lettera g, dice che “il Consiglio comunale deve intervenire su indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza”.
“Il 25 maggio – racconta l’esponente di “Insieme per la città” – il sindaco Michele Abbaticchio si è presentato alla Sanb per deliberarne lo scioglimento, ma lo ha fatto senza informare o chiedere autorizzazione al Consiglio comunale. Una cosa molto grave. E poi mi chiedo: come può un notaio procedere a questa decisione senza l’autorizzazione di un’assise cittadina?”
E – sempre Daucelli dixit -, visto che neanche l’Azienda servizi vari se la passerebbe bene (avrebbe chiuso gli ultimi due bilanci in perdita, e anche qui il sindaco avrebbe agito violando la legge 444 del 1994, e la 175 del 2016), lo stesso già assessore e tutti i capigruppo di opposizione hanno chiesto la convocazione di un Consiglio comunale monotematico sulle partecipate.