Dall’ufficio stampa di Giuseppe Cannito, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
«Per
combattere la corruzione servono misure davvero esemplari, e una di
queste è senz’altro la creazione di una task force composta da
esponenti delle associazioni, cittadinanza attiva, funzionari
preparati e corretti».
Giuseppe
Cannito, candidato consigliere regionale in quota Movimento 5 stelle,
ha la sua ricetta per affrontare quella che è diventata una
metastasi per il nostro Paese.
«Per
chiarire la gravità della corruzione nelle istituzioni –
sottolinea Cannito – si può fare un esempio molto forte.
Il
corpo umano è composto da miliardi di cellule, ognuna con il proprio
compito e il proprio ruolo. Tutte queste cellule sono regolamentate
da regole chiare e ben definite, custodite nel codice genetico (Dna),
differente da individuo a individuo.
Analogamente
lo Stato è abitato da milioni di cittadini, ognuno con il proprio
ruolo e un compito nel sistema sociale definito dallo Stato stesso.
Fino
a quando le cellule e cittadini concorrono alle stesse finalità in
modo corale e responsabile, l’individuo, e di conseguenza la Stato,
godrà di ottima forma e ogni cellula e ogni cittadino ne trarranno
beneficio per se stesso e per gli altri».
Il
problema (anzi i problemi) sorge quando lo Stato perde di vista i
propri obiettivi e si fa attaccare da malattie endogene, per
difendersi dalle quali avrebbe anche gli anticorpi.
Già,
avrebbe, ma non li usa, o non vuole utilizzarli.
Eccola,
allora, la corruzione, il cancro della democrazia, come accertato
anche dall’Organizzazione delle nazioni unite, oltre che dai numeri.
Gli
ultimi dati di uno studio di Unimpresa, pubblicati a giugno 2014,
certificano che tra
il 2001 e il 2011, la corruzione ha “mangiato” 10 miliardi
di euro l’anno di prodotto interno lordo per complessivi 100 miliardi
in dieci anni.
Le
aziende che operano in un contesto corrotto crescono in media del 25%
in meno rispetto alle concorrenti che operano in un’area di legalità.
E,
in particolare, le piccole e medie imprese hanno un tasso di crescita
delle vendite di oltre il 40% inferiore rispetto a quelle grandi.
Senza
dimenticare, inoltre, che il fenomeno della corruzione in Italia fa
diminuire gli investimenti esteri del 16% e fa aumentare del 20% il
costo complessivo degli appalti; il costo della corruzione
nell’Unione europea raggiunge i 120 miliardi di euro l’anno, pari
all’1% del Prodotto interno lordo.
I
numeri, purtroppo, condannano anche la nostra Regione, «dove – scrive la Corte dei conti nella relazione di apertura dell’anno
giudiziario 2014 – la
corruzione è
presente in tutte le pubbliche amministrazioni e nei relativi settori
di attività».
Il
numero dei reati commessi da dipendenti e amministratori pubblici è
sempre elevato e riguarda la concussione, il peculato, la corruzione,
soprattutto, l’abuso d’ufficio. Il danno complessivo è di circa 32
milioni di euro, di cui ne sono stati recuperati sei milioni e
300mila euro.
«Se
si vuole davvero debellare la corruzione – afferma
Giuseppe Cannito – si
deve innanzitutto agire a livello culturale e inculcare i valori
della legalità e del comportamento sano e corretto già nelle
scuole. Poi bisogna attivare un numero verde che deve raccogliere le
segnalazioni e deve dare informazioni su come difendersi da tale
problematica».
«É
fondamentale anche – prosegue
il candidato 5 stelle – iniziare
un lungo e profondo percorso di digitalizzazione e di trasparenza di
tutte le procedure riguardanti la gestione degli appalti pubblici,
nonché un rapporto sempre più stretto e semplificato tra Stato,
cittadini e imprese».
A
tutto questo, però, «si
deve aggiungere – conclude
Cannito – una
task force composta da rappresentanti delle associazioni, della
cittadinanza attiva, delle forze dell’ordine e dai dipendenti
regionali dimostratisi sempre corretti».