Il tempo scorre e ai ritmi irrefrenabili della vita molto spesso si risponde agendo come ingranaggi di una fabbrica, ognuno impegnato nella realizzazione della propria persona e dei propri sogni badando magari più spesso a ciò che di sbagliato succede piuttosto che all’essenziale, a quanta bellezza ci circonda.
Basterebbe concedersi un po’ di tempo e provare a tendere la mano verso chi è più bisognoso d’aiuto. È come fare il giro del mondo rimanendo fermi in un posto. È scoprire quanta vita ci sia nella semplicità di un gesto come una carezza o del porgere un piatto di pasta, nella tenerezza di un abbraccio o del dedicare del tempo a qualcuno e nel calore di un sorriso. È scegliere di crescere insieme a qualcuno, indipendentemente dalla sua età anagrafica o dal suo vissuto.
L’Italia è un paese che può dare tante testimonianze di questo genere perché è ricco di solidarietà, come ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo ultimo discorso di fine anno.
I ragazzi della Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano accompagnati dal suo presidente don Vito Piccinonna e dal direttore Giovanni Vacca hanno scoperto un’altra bellissima realtà italiana nella Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de Goti. Lo scorso giovedì, in circa 120 tra residenti e responsabili dei servizi della Fondazione, operatori volontari e ospiti della Comunità Lorusso Cipparoli di Bari sono stati ospiti del vescovo mons. Domenico Battaglia.
«Ci sono tanti alberi che crescono silenziosamente –ha commentato Giovanni Vacca al termine della preziosa giornata trascorsa a Cerreto Sannita e Sant’Agata de Goti- ed è il miracolo dell’amore. Oggi dentro questa consapevolezza, la nostra grande famiglia ha voluto rimotivare la propria esperienza quotidiana di attenzione alle persone».
Nella suddetta Diocesi della provincia di Benevento esiste da due anni la realtà di iCare cooperativa sociale di comunità-Ufficio progettazione e fragilità che ha promosso diversi progetti. Fondamentale è stata la collaborazione di diversi enti locali dalla Caritas diocesana agli Uffici della pastorale sociale del Lavoro a Movimenti Studenti di Azione Cattolica o Casa per la pace e Famiglie in rete.
In particolare, all’interno della Casa Santa Rita di Cerreto Sannita, un punto di incontro e di ascolto dove le fragilità diventano risorse che possono contribuire al cambiamento, ci sono ragazzi impegnati nel progetto:
· iCare DolceMente, un laboratorio di pasticceria dedicato ad adulti che hanno delle disabilità, disagi fisici, di salute comportamentale, familiare, economico. È gestito e coordinato da giovani pasticcieri della community iCare, volontarie, tutor scolastici, assistenti sociali e psicologhe;
· Policoro, attraverso il quale sono stati attivati diversi percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro in alcuni istituti scolastici locali e uno sportello di accoglienza volto all’ascolto, alla creazione di un curriculum vitae, all’orientamento e alla creazione di contatti nel mondo del lavoro;
· EcoLab, nato dall’idea di donne volontarie e volto al riutilizzo di materiale di scarto per la realizzazione di prodotti handmade, ecosostenibili, ad alto impatto socio-ambientale;
· Casa delle donne che punta alla creazione di una filiera di contrasto alla violenza di genere;
· DIT- Do it togheter che reinserisce nella società migranti che possono essere accolti all’interno di un dormitorio per 30 giorni nell’attesa di una sistemazione a livello socio-economico;
· Agricoltura sociale che si rivolge a persone con disabilità lievi o sindromi psichiatriche per ridurre isolamento e stigma attraverso una risposta terapeutica e occupazionale.
“Non è facile lavorare con la sofferenza e con chi fa fatica ad affrontare i suoi giorni. Non ci sono regole, quello che conta è sempre il volto dell’altro che è lo specchio del proprio. Dio ama gli umili e chi ha il coraggio di ammettere di aver sbagliato e di voler riprendere in mano la sua vita. Sta in questo il vostro lavoro nel sociale, nell’amore per la vita senza aver paura di sporcarsi le mani. Bisogna dare valore all’esserci per qualcuno e per se stessi aprendo figurativamente porte con quattro chiavi principali. La prima è essere consapevoli che le persone si incontrano, non si affrontano come i problemi perché saranno sempre una risorsa da valorizzare e custodire a prescindere dalla loro storia. La seconda è saper accompagnare qualcuno, non portarlo perché questo significa rispettare la sua libertà. E poi non bastano le risposte tecniche, ci vuole sempre un coinvolgimento, una relazione, il cuore è la terza chiave che vi consegno. La quarta, infine, è mettere sempre, a qualunque costo, al centro di tutto la dignità della persona”.
Forte è l’insegnamento che i ragazzi della Fondazione Santi Medici Cosma e Damiano hanno tratto da queste parole del mons. Battaglia nella sua lectio magistralis tenutasi all’interno della meravigliosa cornice di Casa Santa Rita, alla quale è seguita una visita guidata per le vie di Sant’Agata de Goti alla scoperta delle sue bellezze artistiche.
«Custodiremo le storie che abbiamo ascoltato e le ricorderemo nelle nostre preghiere –ringraziando il vescovo, ha sottolineato don Vito Piccinonna-. È stato bello poter conoscere questa realtà. L’esperienza di spiritualità che abbiamo vissuto ci è servita per continuare il nostro cammino con maggiore consapevolezza di cosa significa esserci per qualcuno».