Dalla Associazione Controvento riceviamo e pubblichiamo.
“La delibera
n.66 del Consiglio Comunale di Bitonto del 06/08/2013 parla di promuovere la
cultura della legalità e della trasparenza negli enti locali che aderiscono
alla c.d. “Carta di Pisa”.
Questo codice
etico, dovrebbe prevenire minacce serie e concrete per la democrazia italiana e
per la sua economia, abbattendo i termini “mafie e corruzione” che sono spesso
abbinati alla pubblica amministrazione.
Il documento
in questione, così come segnalatoci da alcuni cittadini, parla anche, a
proposito di trasparenza e legalità, anche dei casi di “Cumulo degli incarichi”
per quanto riguarda i mandati politici ad un consigliere e/o assessore,
funzionario, che svolga già medesimo ruolo.
Analizzando
attentamente il codice etico della “Carta di Pisa”, alla sezione DIVIETI, punto 8, è specificato chiaramente il problema evidenziato
alla nostra Associazione:
«Cumulo:
l’amministratore deve adeguarsi nel più breve tempo a qualsiasi
regolamentazione in vigore volta a limitare il cumulo dei mandati politici,
evidenziando strategie dilatorie volte a posticiparne l’applicazione.
L’amministratore deve astenersi dall’esercitare altri incarichi politici che
interferiscano indebitamente con l’esercizio del proprio mandato.
L’amministratore deve astenersi dall’assumere o esercitare cariche,
professioni, mandati o incarichi che implichino un controllo sulle sue funzioni
amministrative o sui quali, in base alle sue funzioni di amministratore, egli
avrebbe il compito di esercitare una funzione di controllo».
Crediamo che
il problema evidenziatoci e che vogliamo palesare come nostro costume, anche in
virtù della doppia indennità percepita, riguardi un membro del locale Consiglio
Comunale che da qualche giorno risulta essere eletto anche componente del
Consiglio Regionale della Puglia, e che, stando alla Carta dallo stesso votata
e più volte richiamata per mettere in evidenza incompatibilità e mancata
trasparenza altrui, dovrebbe subito risolvere il proprio problema di “incompatibilità” fugando ogni tipo di
sospetto sull’adombrabile ambivalenza di convinzioni pubblicamente manifestate
e di quelle privatamente esercitate: tertium
non datur”.