Ieri mattina è
tornato a riunirsi il Consiglio comunale per prendere atto delle dimissioni del
consigliere Paolo Intini e
provvedere alla surroga con la nomina del suo successore, Giuseppe Maiorano, primo non eletto con i suoi 187 voti raccolti
nella lista “Paolo Intini Sindaco”.
L’ingresso del neo
consigliere comunale, però, ha rappresentato l’occasione, per l’intera assise,
per rivolgere messaggi di stima ed apprezzamento per il lavoro svolto da Paolo
Intini durante i suoi quasi tre anni di mandato, e per affrontare e sviscerare
le ragioni che lo hanno portato a lasciare il suo incarico (http://www.dabitonto.com/politica/r/la-dignita-come-valore-assoluto-paolo-intini-spiega-le-ragioni-delle-sue-dimissioni/5883.htm).
Un dibattito caratterizzato da momenti di tensioni, con violenti attacchi dell’opposizione
all’operato dell’Amministrazione comunale e del sindaco Michele Abbaticchio,
assente in aula a causa di un impegno istituzionale a Roma per conto della
Città Metropolitana. I lavori sono partiti con un minuto di silenzio per le
vittime dell’attentato terroristico al Museo del Bardo a Tunisi.
Durissima è l’opinione
del Partito Democratico.
«Non
ho condiviso nelle sue modalità l’azione di Paolo Intini ma lo comprendo per
tutto quel malessere che ha manifestato come uomo e consigliere comunale –
evidenzia il capogruppo Francesco Paolo
Ricci –. Non siamo stati avvisati per
tempo, altrimenti lo avremmo provato a dissuadere oppure lo avremmo accompagnato
nelle dimissioni. Queste dimissioni rappresentano una sconfitta per chi ha il
dovere di ascoltare ed invece ha girato la testa dall’altra parte. Non ho mai
assistito ad un amministratore che getta spugna perché non riesce a svolgere il
suo ruolo e non è stato ascoltato. Oggi è la politica dell’immagine l’unica che
parla, non quella del silenzio, della discrezione, del riconoscere i meriti di
chi da un contributo ed ha un atteggiamento propositivo. Come ad esempio sulla
questione della protesta dei poveri: noi abbiamo proposto di modificare il
progetto di vigilanza armata in villa per favorire alcuni disagiati e questa
Amministrazione si è messa la medaglia al collo. O come sul Palazzetto dello
Sport: da quanto tempo abbiamo chiesto all’assessore allo sport contezza sulle
dinamiche ed avanzato proposte su eventuali soluzioni?. Sono tante le bugie, le
falsità, con questa gente non conviene fare i consiglieri comunali. La vera
politica è capacità di aprirsi ad un confronto costante».
«C’è
mancanza di coinvolgimento, viene negata la partecipazione, c’è una chiusura
totale dinanzi a scelte strategiche per l’intera comunità bitontina –
sferza Franco Natilla –, in barba ai paroloni di Abbaticchio e dei
suoi sodali durante la campagna elettorale, quando gridava dal palco “Siamo tutti sindaco”, che all’indomani
dell’elezione ha subito un’improvvisa mutazione genetica in “Io sono il sindaco”. Siamo di fronte
ad un vero e proprio “stalking politico”sui consiglieri di maggioranza ma anche nei confronti di quei giornalisti che
non sono in linea con lui. Sui social network, poi, ci sono taluni che
nascondendosi dietro un nickname, quando c’è una critica sprigionano di tutto
contro chi si è permesso. Noi dinanzi ai sodali del sindaco non abbandoneremo
mai la nave, impegneremo il nostro tempo per lo sviluppo della città. Nessuno
di noi si arrenderà al ruolo di burattino nelle mani del burattinaio. Dobbiamo
dire basta ai proclami su Avviso Pubblico e Carta di Roma, qui ci sono
affidamenti per pochi euro, cento legali in due anni, siamo stufi, basta
blaterare chiacchiere. La Res-publica
non è il condominio di casa Abbaticchio».
Natilla poi ha attaccato
il primo cittadino in tema di Conca
Barese, della quale Abbaticchio è il presidente. In particolare, oggetto
dell’intervento del piddino, l’affidamento di alcuni servizi ad una società, l’ABS Consulting, in cui il sindaco
sarebbe socio al 45%, e già destinataria nel passato di alcuni affidamenti al
Comune di Bitonto, attraverso una serie di proroghe. Informazioni emerse dall’approfondimento
di alcune interrogazioni che lo stesso Natilla aveva già precedentemente
avanzato.
«Oggi
questo Consiglio perde un consigliere competente, serio, appassionato, che non
ha mai fatto mancare il suo contributo – riflette Gaetano De Palma –. Da qui nasce una riflessione su quello che è
il ruolo del consigliere comunale ormai troppo spesso sminuito, avvilito,
delegittimato. Spesso ci si dimentica che, al pari del sindaco, ci sono 24
consiglieri comunali eletti direttamente dai cittadini di questa comunità,
rappresentandone le loro istanze e problematiche. Di contro, nell’immaginario
collettivo, il consigliere comunale pare ormai diventato un inutile orpello,
ancor più se è all’opposizione. Oggi siamo confinati ad un ruolo di ratifica di
decisioni prese altrove, ma bisogna riconsegnare a noi consiglieri una
legittimazione andata persa, per riaffermare così la centralità del Consiglio
comunale come luogo dove devono nascere le scelte decisive per la nostra
comunità».
Critiche anche dall’opposizione
di centrodestra targata Forza Italia.
Secondo il
capogruppo Domenico Damascelli «è un caos istituzionale, è una bagarre
politica dettata da amministratori inesperti ma soprattutto presuntuosi, in
questa Amministrazione c’è zero umiltà. Non è un’Amministrazione della
trasparenza quella che nasconde le carte, non risponde alle interrogazioni. Dove
sono la trasparenza e la Carta di Pisa? Chiederemo le carte sulla Conca Barese,
così come le abbiamo chieste sugli affidamenti all’ASV. Registro un’ottusità
politica e istituzionale che fa male alla città».
Per Carmela Rossiello «mancheranno l’attenzione e la grande competenza di Paolo Intini. Più di
una volta la minoranza ha svolto il ruolo di Don Chisciotte contro la
maggioranza. Noi consiglieri comunali non siamo stati messi nelle condizioni di
poter esprimere il ruolo che la legge ci fornisce. Laddove non c’è possibilità
di dialogo, di poter rappresentare la gente che ci ha eletti, non c’è
democrazia. Queste dimissioni testimoniano del malessere di un uomo che è stato
maltrattato».
«Grazie
a Paolo Intini per la testimonianza di lealtà, di vicinanza alla città, di
condivisione dei problemi dei bitontini che danno il giusto senso al tempo che
tu hai messo a servizio della comunità – è il pensiero rivolto
al consigliere dimissionario da Francesco
Toscano (UDC) –. Ora noi dell’opposizione abbiamo l’obbligo
di non deluderti. Come ci hai insegnato, siamo convinti che la buona politica
esiste e che essa non ha senso se si dimentica dei problemi dei cittadini».
Secondo Christian Farella (Indipendente) «è mancata la
convivenza armonica, l’armonia di intenti per il bene della città, come se il
bene comune fosse ad appannaggio solo di alcune persone e di alcuni partiti che
hanno vinto. Non ci sto ad essere uno dei tanti Don Chisciotte, uno dei burattini
in mano a pochi burattinai».
Anche la
maggioranza ha voluto salutare Paolo Intini e augurare buon lavoro a Maiorano.
«Esprimo
un sentimento di disappunto – fa notare Francesco Mundo, capogruppo PSI –. Paolo Intini ha dato un contributo critico importante in Consiglio, e
anche se a volte in disaccordo, non è mai mancato il rispetto verso la persona
ed il ruolo esercitato nel consesso. Spero Paolo continui ad esercitare anche dall’esterno
il suo ruolo di cittadinanza attiva che lo ha contraddistinto, perché il ruolo
di consigliere comunale non si esplicita soltanto nei banchi de Consiglio».
«Dispiace
non potermi più confrontare con una persona competente quale Paolo»,
sottolinea Vito Modugno (SEL), mentre per Giovanni Ciccarone (Progetto
Comune) «mancherà la tenacia di Paolo
ed il confronto con la sua persona. Tra le motivazioni però non posso leggere “pseudo
democrazia” o “governo dei peggiori”, non mi sento un burattino, non si può
dire che non esiste un lavoro di confronto».
Dello stesso avvisoGiuseppe Fioriello (IDV). «Non siamo burattini, abbiamo la schiena dritta e mai nessuno potrà
comprare il nostro silenzio, nessuno può avere la testa china. La politica
attiva deve andare oltre le sterili barricate, e ci sono gli esempi dei
regolamenti Tares e del Teatro “Traetta”».
Prova a dare un’altra
chiave di lettura Pippo D’Acciò (Città Democratica). «Non so se questa richiesta di maggior
armonia avanzata da Paolo Intini possa riferirsi solo alla maggioranza. Quando Intini
ha cercato mediazioni, spesso sono state accolte dalla maggioranza. Anche i
tentativi di includere il PD nell’Amministrazione Abbaticchio hanno trovato
preclusioni nello stesso PD».
L’accusa al PD non
piace al consigliere Ricci, che insorge respingendole al mittente. Si crea un
parapiglia, con l’intervento anche dell’assessore al Bilancio, Michele
Daucelli, a difesa del consigliere di maggioranza. Lo stesso Daucelli, poi,
chiude con un saluto ad Intini, “rivale” di tante battaglie soprattutto nei
temi economici.