La bitontina Liliana Tangorra, nonché dottoressa di
ricerca in Storia dell’arte comparata Civiltà e Culture dei Paesi Mediterranei
e cultrice della materia in Storia dell’Arte Contemporanea, ha presentato,
ieri, il suo primo libro che è intitolato “L’étrange
époque des affiches”.
Presso la Biblioteca Comunale “Eustachio Rogadeo”,
l’autrice ne ha illustrato brevemente il contenuto incentrato sui manifesti
come emblema della bellezza e preludio della Seconda guerra mondiale nella
pittura francese e napoletana (1873-1939).
In compagnia della prof.ssa
di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Bari “A.
Moro” Christine Farese Sperken e del
prof. Marcello Mignozzi, che ha
coordinato l’incontro, si è avuta la possibilità di scoprire una tipologia di
arte che non è conosciuta da molti.
Henri de Toulouse-Lautrec fu
il primo a introdurre a Parigi le affiches illustrate, che avrebbero suscitato
l’interesse di molti artisti i quali organizzarono mostre in tutta la Francia: a
Nantes (1889), a Nancy e Bordeaux (1890), a Parigi (1891, 1892), a Reims (1896)
e durante L’Esposizione Universale del 1900.
Il libro della dott.ssa
Tangorra è un estratto della sua tesi in dottorato, in particolare il suo primo
capitolo, ed è testimonianza di una meticolosa ricerca sul forte legame che si
è instaurato nell’ ‘800 e ‘900 tra Parigi e Napoli in merito alla diffusione
dei manifesti. La capitale francese offriva la possibilità di vendere alle
principali maison opere artistiche, perciò rappresentò una grande occasione per
molti pittori napoletani.
L’autrice parte dal
soffermarsi sui manifesti illustrati come specchio di una nuova pittura sociale
in Francia, dato che essa molto spesso riflette la dicotomia tra la ricchezza e
la povertà. Tra gli artisti italiani che hanno introdotto i manifesti
all’interno di una pittura sociale, ci sono stati: Attilio Pratella, Francesco
Dell’Erba, Marco De Gregorio, Luigi Rossi.
Lo sguardo passa, poi, ai
manifesti teatrali e cinematografici degli anni ’30 con Brassaï, Lagorde e
Cartier Bresson che «hanno
incredibilmente suscitato molta curiosità –come ha precisato l’autrice- durante la presentazione del mio libro a
Bari e sarà oggetto di un futuro mio approfondimento per l’uso innovativo della
fotografia».
E’ interessante anche
l’excursus sul manifesto voyeur con scene di strada in Chocagne Moreau e quello
propriamente propagandista di artisti come Lucian Bernhard, Jules Chèret,
Antonio Mancini, Alphonce Mucha, Augusto Emilio Fabri.
«Il libro di Liliana –ha commentato la prof.ssa Sperken- è un segno tangibile dell’arte contemporanea
che continua a vivere nonostante numerose difficoltà, come la mancanza di
gallerie. Dietro al prodotto c’è un grande e stimolante lavoro di ricerca, che
ha tirato fuori artisti sconosciuti e opere che sono la manifestazione del modo
democratico di vivere».
Orgoglioso per la sua
concittadina è l’assessore Rocco Rino
Mangini: «E’ bello come Liliana,
insieme ad altri giovani ragazzi, possa partecipare alla riedificazione della
nostra Bitonto».
Infatti, è attiva sul
territorio per la collaborazione con la Galleria di Arte moderna e
contemporanea “G. R. Devanna” e con la Cooperativa Ulixes. È presidente della
cooperativa Argo Puglia che si occupa di turismo, editoria e organizzazione
eventi. Fa parte anche della compagnia teatrale “Fatti d’arte”.
In generale, collabora con
la Fondazione “Pino Pascali” di Polignano a Mare. È socia fondatrice
dell’associazione Achrome, spin-off della cattedra di Storia dell’arte
contemporanea, che ha curato le temporanee degli artisti Lino Sivilli e Michele
Zaza nell’ambito del progetto IsolArt. Ha pubblicato numerosi articoli su
riviste nazionali e Atti di Convegno. È vincitrice del Premio “Dimensione donna
2013” XVIII edizione. Ha curato una sezione dell‘Apulia Land Art Festival 2015
e la mostra “Anteprima” presso il foyer del nostro Teatro Traetta, in
collaborazione con la Soprintendenza Archivistica di Bari.