Torna,
in un’incantevole struttura dallo scenario di rinomato interesse
paesaggistico, “Jìdde e Jèdde”, l’opera di Michele Muschitiello,
la “madre di tutte le commedie”, come è stata definita, sempre
foriera di successo ed entusiasmo per il pubblico.
Appuntamento
a domani, sabato 4 luglio, con inizio e apertura sipario alle 20,30.
La
novità consiste nell’allestimento nella Masseria “Lama Balice”,
un autentico gioiello nel Parco naturale regionale Lama Balice, da
cui prende il nome (Bitonto, via Burrone, 14).
La
proprietà, molto ampia, è costituita da una zona esterna che conta
circa 2 ettari di terreno e da una parte interna di circa 610 mq.
Vari
gli ambienti: area di prima accoglienza, cucina, aula didattica
all’interno e i vasti spazi esterni, con terreni recintati, orti,
coltivazioni, allevamento.
Il
tutto unito alla naturale biodiversità del territorio di Lama
Balice, tra vegetazione e animali selvatici.
Lo
spazio vanta anche un’enorme area per grandi eventi, con un palco
su pietra naturale.
L’area
può ospitare fino a 1600 persone sedute e oltre 3mila in piedi.
Qui
sarà rappresentata la commedia.
“Jìdde
e Jèdde”, opera di Michele Muschitiello, medico ora in pensione e
da sempre appassionato scrittore di storia patria e demologia
bitontina, è davvero un lavoro da considerarsi storico e consegnato
al mondo del “cult” locale.
La
storia più nascosta e più vera della nostra città rivive nella
voce dell’anima di ognuno di noi: il dialetto.
Michele
Muschitiello e i suoi “ragazzi” lo sanno bene.
“Jìdde
e Jèdde”, già dalla sua prima rappresentazione negli anni
novanta, fu un grandissimo successo.
Pienone
in ogni dove. Entusiasmo contagioso. Risa a non finire.
La
città sembrò riconoscersi nei motti recuperati dall’inesorabile
oblio della memoria, in un ritratto agrodolce di vita semplice e
familiare.
Il
testo della commedia, che racconta la storia di due innamorati,
Giovanni e Zellina, è poi stato raccolto, nel 2013, in un’elegante
pubblicazione, edita da Raffaello.
La
commedia ritrae, dunque, la memoria dei rapporti uomo-donna
dell’epoca dei nostri nonni, regolati da leggi e comportamenti che,
pur se non scritti, erano rigidamente codificati da una tradizione
plurisecolare, accettata in maniera incondizionata. Un passato ormai
remoto, che oggi magari fa sorridere i più giovani e che restituisce
al modo di porsi con gli altri quella genuinità attualmente poco
presente.
E
così, ancora una volta, Giovanni e Zellina torneranno ad entusiasmare ed
emozionare i bitontini.
Con
le originalità, stavolta, legate anche alla presenza di un cast
rinnovato.
La
rappresentazione dell’opera, a cura del gruppo teatrale “U
seppùnde” (regia di Giovanna Colapinto), si è avvalsa
dell’allestimento messo a punto da “Raffaello Comunicazione”,
col patrocinio del Comune di Bitonto.
Spazio,
così, alla celebre commedia. Una conferma che riparte con spirito
sempre vivo e fresco. In nome dei valori più veri della bitontinità.
Un’opera
che, nella Lama Balice, a contatto con la storia ancestrale ed eterna
della città, “odorerà” sempre più dell’incommensurabile
fascino dell’antico.