“Su edilizia residenziale pubblica, stiamo assistendo a un vero e proprio scippo a danni del meridione, Puglia in primis. Degli 86 milioni di fabbisogno accertato per la nostra Regione per la ristrutturazione degli alloggi popolari, il ricomputo ne ha stralciati 13 che finiranno, invece, soprattutto a Lombardia e Veneto. Ora, la beffa: nel nuovo decreto di riparto assistiamo a ulteriori defalcazioni in favore di interventi previsti altrove, dove l’emergenza abitativa è obiettivamente più contenuta“, così Giuseppe Nitti, esponente di Italia in Comune e sindaco del Comune di Casamassima, ha commentato prima i tagli e poi l’intesa saltata con il Governo sui fondi per il programma di recupero delle case popolari.
Nell’iniziale bozza di riparto, infatti, la Regione Puglia certificava un fabbisogno di 86 milioni, scesi, poi, a poco meno di 73. Ora, il riparto previsto dal decreto ministeriale è di 19,7 milioni, con una ‘sparizione’ di oltre 66 milioni rispetto al fabbisogno iniziale che colloca la Puglia tristemente come la regione più pregiudicata in assoluto dal provvedimento, a fronte del fatto, peraltro, di avere un altissimo numero di alloggi ERP che necessitano di interventi (è seconda solo al Piemonte).
“Il provvedimento del Governo ha due grosse ‘falle’: la prima, di legittimità, dal momento che non tiene affatto conto di una prima intesa raggiunta lo scorso 26 luglio, quando gli Enti territoriali avevano stabilito le modalità di una iniziale ripartizione delle somme. La seconda, entrando nel merito del provvedimento, poiché non si fa alcun distinguo tra i gradi di criticità degli interventi per regione“, ha fatto seguito un altro sindaco ItC, Michele Abbaticchio che amministra la città di Bitonto.
“Se già questo ‘balletto di risorse’ che, previste in prima battuta al sud finiscono, poi, al nord, è assurdo, la situazione è ancora più incredibile se si guarda ai dati: in Puglia, ci sono oltre 4000 alloggi di edilizia residenziale pubblica che necessitano di ristrutturazione, in Lombardia poco meno di 700 ed in Veneto addirittura zero. La Lombardia aveva un fabbisogno in tal senso di 7 milioni di euro. Anche grazie a questo ‘regalo’ della generosa Puglia, se ne vedrà riconoscere 57! E il Veneto è passato da 0 a 21 milioni! Un aumento ingiustificato, sconcertante e lesivo, ancora una volta, delle aree che ne hanno realmente necessità! E, fra queste, la Puglia è quella che più di tutte registra il dato in negativo più corposo, quella che, in altri termini, ci ha rimesso più di tutte. Non si tratta di una questione puramente finanziaria ma di equità sociale: a fare le spese di decisioni prese nelle sedi governative saranno i cittadini”, è stato il commento del coordinatore regionale Vincenzo Gesualdo.