Un cielo azzurro con qualche sparuta nuvola. I dardi del sole ad illuminare tutto da lassù. La voce di Nicolangelo che racconta la biografia piena zeppa di sogni di un amico. Il pensiero accorato dell’assessore Domenico. L’emozione del vicepresidente Antonello. Le lacrime del prof Giuseppe. Le parole giuste di don Gianni. E noi tutti – Danilo e Filippo tristi dietro la telecamera, l’obiettivo commosso di Anna, il silenzio affranto di Antonio, la carezza dello sguardo del patron Francesco, la ruga sul volto di Silvano… – lì, impalati e increduli, come alberi dolenti sferzati dal vento crudele della vita e prigionieri di una notte buia.
Eravamo tutti lì per te, adorabile Ciccio, accanto ai tuoi cari straziati da una ferita profonda che chissà quanto ancora sanguinerà.
Poi, è stato tirato giù il leggero velo neroverde per scoprire la targa che intitola la Sala stampa del “Città degli Ulivi” proprio a te, Ciccio Marrone – il tuo nome inciso per sempre nel marmo e nel cuore di chi ti ha voluto bene -, voce angelica che cantava le gesta neroverdi, ragazzo solare e sognatore, sorriso che mai smetterà di brillare…