“ … non posso a meno di non far qui un giusto rimprovero alle province di Puglia, le quali più di tutte le altre han trascurato con notabile loro svantaggio di conservare le antiche memorie, e le fabbriche”.
Si esprimeva così, nel 1745, il prete e archeologo Francesco Maria Pratilli, nell’opera “Della Via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi”. Un giudizio valido ancora oggi, dato l’oblio a cui è stato destinato l’immenso patrimonio costituito dagli antichi tratturi, quei larghi sentieri erbosi, pietrosi o in terra battuta, sempre a fondo naturale, originatisi dal passaggio e dal calpestio degli armenti.
Ed è proprio per riscoprire questo patrimonio che, nell’estate del 2011, l’architetto di Altamura Sante Cutecchia, a bordo della sua Vespa PK125, intraprese un viaggio lungo il regio tratturo Melfi-Castellaneta, in parte coincidente con l’antica Via Appia. Un viaggio, preceduto da tre anni di studio, durato tre giorni e completato con successivi sopralluoghi nelle diverse stagioni dell’anno, fino alla primavera del 2013. Il tutto è raccontato nel volume “Il tratturo e la via Appia antica”, presentato nei giorni scorsi a Bitonto, nei locali dell’associazione Symposium, in via Modugno.
Partendo da ricerche bibliografiche e d’archivio, eseguite dall’autore, il progetto si traduce in una sorta di diario di viaggio, una narrazione del percorso arricchita da scatti fotografici e da annotazioni di tipo storico-tecnico-antropologico riguardanti i luoghi attraversati. Il libro racconta lo stato attuale dei luoghi interessati e la loro vita, passata e presente.
“Un viaggio pieno di paesaggi surreali, scenari che regalano una sensazione di quiete, un silenzio interrotto solo dal cinguettio e dal volo degli uccelli, e dallo sporadico passaggio di auto. Percorrendo il tratturo si incontrano antiche masserie, alcune delle quali esercitano ancora attività agricola, vecchie stazioni per il pagamento del pedaggio, antichi palazzi nobiliari, strade segnate dal passaggio dei carri nei secoli e tanti altri resti del nostro passato, tra cui anche una base missilistica statunitense risalente ai primi anni della guerra fredda e oggi abbandonata. Luoghi che sono stati anche campi di battaglia tra esercito e briganti, all’epoca dell’unificazione” ha raccontato l’autore, accompagnato, durante la presentazione, dal sottofondo musicale di Francesco Massari.
“Il mio è un tentativo di riportare all’attenzione della cittadinanza questo patrimonio, spesso aggredito da insediamenti industriali, costruzioni e discariche abusive, pannelli fotovoltaici, e, in alcuni tratti, irrimediabilmente perduto”.
L’autore, infine, non ha perso l’occasione di lanciare un monito a Bitonto: “Anche voi bitontini dovreste stare attenti alla salvaguardia dei tratturi e dell’antica Via Traiana che, in alcuni tratti, specialmente al confine con Bari, sono mal conservati”.
Un appello condiviso anche dal giornalista Marino Pagano che ha commentato: “Il volume non è solo un libro fotografico, ma è un invito a riscoprire il nostro territorio e il suo patrimonio storico, perché essere cittadini è prima di tutto un impegno”.