Quarant’anni in viaggio sul carrello a raccontare storie. Perché un giornalista, come sentenziava il grande scrittore mancato (copy del poeta Vladimiro Caminiti) Giovanni Arpino, o è “bracconiere di personaggi” o non è.
E Nicola Lavacca, cronista di Famiglia Cristiana, Avvenire, La Gazzetta del Mezzogiorno e la Rosea, festeggia gli otto lustri di codesta questua certosina e diuturna, di una passione che viene da lontano e che nasce da dentro. “Una missione“, la definisce lui.
Dunque, seconda metà degli anni Settanta. Nell’etere la libertà ha la forma inafferrabile e invincibile delle frequenze delle prime radio private come Radio Città Bitonto, gestita dalla famiglia Giammarelli e soci.
Nicola affronta il cimento delle dirette col baracchino delle partite, calcio neroverde dal Comunale di via Megra e volley dell’Antares dal Margherita di Bari. E qui il primo di una lunga serie di incontri prestigiosi: al trofeo dedicato all’indimenticato prof. Nicola Rossiello, ebbe l’onore di intervistare il breriano Rombo di tuono Gigi Riva, “persona davvero a modo, un vero campione”, nitido è il ricordo.
I primi, brillanti passi lo slanciano verso Bari, dove il compianto Mario Gismondi creò il giornale con annessa televisione Puglia, subito fucina di giovani talenti: «Qui, l’enorme gavetta con Valentino Losito, Attilio Romita, Beppe Capano. Mi si aprirono nuovi orizzonti. Seguii convegni politici e la prima Tangentopoli pugliese, se non proprio italiana, alla Provincia di Bari. Studiai il “dietro le quinte” dei partiti baresi. Per la cronaca nera, scrissi del processo alla colonna barese della camorra, sono stato testimone cronachistico delle sedute processuali riguardanti la povera Palmina Martinelli, con pm Nicola Magrone, caso che è stato rispolverato in questi giorni. Quando curai la pagina degli spettacoli, conobbi persino il premio Oscar Ennio Morricone».
Ma stendere un articolo senza l’agile e iniquo “copia e incolla” di un pc, era tutta un’altra cosa in quei giorni. Quando per la Gazzetta dello Sport fu al seguito del Foggia di Zeman, dettava il pezzo a braccio ai dimafonisti, con collegamenti improbabili fra le montagne, in una cabina senza luce a Vipiteno, solo con la macchina per scrivere. Il laconico mister boemo, apprezzato anche dai colleghi Sacchi ed Erickson, omaggiò il nostro concittadino d’un sincero complimento: “Si vede che capisce calcio“. Nel suo girovagar per mestiere si è ritrovato nei box del Gran Premio di Monza a far colazione con i piloti Alboreto, Niki Lauda, Arnoux, un giovane Ayrton Senna, Nigel Mansell, e, come ospiti, Paolo Villaggio, Dalila di Lazzaro e Bettino Craxi. Non c’è medium che non lo abbia visto protagonista. Per la tv ha seguito a Montecitorio le elezioni del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. «Quando Giovanni Falcone venne a Bari a presentare la Dia, io c’ero. E mi rimasero impresse la pacatezza e al contempo la fermezza con cui sottolineò il significato culturale e politico della lotta alla mafia. Era solo qualche mese prima della strage di Capaci…», non può dimenticare. «Quando ero in pratica “corrispondente” dal palazzo della Regione, quasi ogni giorno avevo a che fare col capogruppo Msi Pinuccio Tatarella, un autentico fiume in piena, dinamico e innamorato della città. Un altro grande personaggio che ho conosciuto è stato il comico Franco Franchi, un uomo di grande cultura, affabilità e serenità d’animo. E poi il premio Nobel Renato Dulbecco, quel genio che rispondeva al nome di Lucio Dalla e un’ora con Antonello Venditti». Ha lavorato per Telemontecarlo, approntando servizi per la mitica trasmissione “Goleada” con contratto firmato dal lunatico Vittorio Cecchi Gori. «Nel fare questo mestiere, mi sono sempre messo sempre in gioco, alla costante ricerca della notizia. Ho avuto un solo idolo: lo sprinter barlettano Pietro Mennea che conobbi e intervistai a Bitonto alla inaugurazione della palestra del prof. De Palma, l’atleta vero in assoluto», rammenta. Infinito l’elenco delle testate impreziosite dalla sua firma: Bergamo Oggi, La Gazzetta di Ascoli, Il Centro, La Gazzetta del Sud, Telebari, Antenna Sud, RADIO 24 (del SOLE 24 ORE), IL MESSAGGERO e i settimanali RADIOCORRIERE TV, VERO, DI TUTTO, VISTO, VITA, e anche corrispondenze (di calcio) al quotidiano svedese “GOTEBORG POSTEN”. Cronista col cuore al posto del cuore, con grande dedizione ha approfondito le tematiche sociali per testate di ispirazione cattolica: le storie drammatiche dei calciatori malati di sla (Chiricallo e Tafuni, tra questi) e la commovente testimonianza di Margherita una donna etiope malata di Aids ospite della Casa RAGGIO DI SOLE della Fondazione Santi Medici. Anche per questo motivo ha ricevuto celebri e meritati riconoscimenti: 8 premi nazionali di giornalismo, 3 volte a Verona, tra cui il Premio Ucsi a dicembre 2016 insieme a Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano (nella prima foto col nostro concittadino, ndr), e il prestigioso Premio “Le Ali della Vittoria” della Federazione Italiana Giuoco Calcio, insieme a Michel Platini, Cesare Prandelli, Massimo Moratti, Demetrio Albertini e Donatella Scarnati. Per due volte gli è stato assegnato il Premio Michele Campione a Bari oltre ad aver ricevuto il Premio Gaetano Scirea e il riconoscimento USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) insieme ad Antonio Conte. Per Radio 24, s’è “smazzato” tanta cronaca quotidiana, occupandosi dell’omicidio della piccola Graziella Mansi, dell’“Operazione primavera”, della strage dei treni, della mafia garganica. Toccante l’incontro con Selena Greco, la compagna di banco di Melissa Bassi, studentessa morta in seguito allo scoppio di una bomba davanti all’Istituto “Morvillo-Falcone” di Brindisi.
«Non bisogna mai sentirsi arrivati, né fare sensazionalismo, osservare sempre le regole della deontologia professionale, mantenere sempre occhio vigile sui fatti far battaglie civili per persone che sono in difficoltà», questo è il suo credo. La tua nuova sfida? «Il prossimo articolo che scriverò», conclude con immutato entusiasmo.