È comincia davanti al gup del tribunale di Bari
Francesco Mattiace l’udienza preliminare a undici
persone fisiche e due societàcoinvolte nell’indagine sul presunto disastro ambientale causato dalla
discarica di Conversano sotto
sequestro da oltre un anno in contrada
Martucci.
I comuni di Valenzano, Triggiano e Acquaviva, Adelfia, Mola,
Conversano, Polignano, il Ministero dell’Ambiente, Regione Puglia, Città Metropolitana
e un’associazione ambientalista si sono dichiarati parte civile.
Tra i comuni spicca anche quello di Bitonto, che non appartiene al bacino
in questione, ma si ritiene danneggiato economicamente: infatti, la città ha
subito un danno indiretto con il conseguente illegittimo aumento del prezzo dei
rifiuti.
Stando alle indagini dei Carabinieri del Noe la vasca che per anni ha raccolto i rifiuti
(anche pericolosi e non autorizzati) non sarebbe stata costruita secondo il
progetto e le norme di legge; in particolare sarebbe stata usata una quantità
inferiore di argilla e questo avrebbe provocato l’infiltrazione del percolato
nel sottosuolo.
Così la falda sarebbe stata inquinata e, di
conseguenza, anche i terreni agricoli dell’area.
La Procura contesta quindi «omessi controlli», la «falsificazione
del collaudo» delle vasche
della discarica, la «strutturale inidoneità geologica del sito»,
«gravi
violazioni nella realizzazione delle vasche», il «tombamento e lo smaltimento di
rifiuti non autorizzati anche pericolosi» e il «non corretto smaltimento del
percolato anche mediante innaffiamento».
I Comuni di Conversano e Mola di Bari sono gli unici
che hanno già quantificato la richiesta di risarcimento danni in 100 milioni di euro ciascuno.
Nell’udienza, rinviata al 16 febbraio e al 2 marzo per dare
alla difesa della Lombardi Ecologia la possibilità di esprimersi sulla costituzione,
le parti coinvolte rischiano il processo a vario titolo per falso ideologico,
omissione di atti di ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, gestione di
rifiuti non autorizzata e disastro ambientale.
Col trasferimento ad altra data dell’udienza, il
giudice ha congelato i termini di prescrizione.
Intanto, dopo il sequestro della discarica di Trani, la chiusura di quella di Giovinazzo, Legambiente lancia un
allarme: “Il collasso delle discariche è la logica conclusione delle mancate
politiche degli ultimi anni. Per rilanciare la differenziata servono
gli impianti”.
A breve in Puglia, poi, parte l’applicazione dell’Ecotassa: i Comuni ricicloni pagano 5 euro a tonnellata per conferire in discarica, fino a 25 chi non differenzia bene.