La
Sala degli Specchi di Palazzo Gentile era colma di giovani, ieri sera. Ed è sembrato
che il futuro si fosse già fatto presente, in quella dimora ch’è simbolo di una
cittadinanza attiva.
Ad
attrarne la curiosità, è stata la presentazione del libro “E la felicità, prof?”del barese Giancarlo Visitilli, un
docente sui generis e giornalista di
Repubblica. Si tratta di un libro-diario, in cui l’autore ha raccolto le storie
di alcuni suoi studenti alle prese con la difficile ricerca di una qualche
forma di felicità.
Ma
ieri, i disagi dei protagonisti sono diventati il casus per avviare un confronto crudo e profondo sui nostri ragazzi
e sul loro rapporto con la scuola e con il mondo degli adulti.
Ad
avviare la discussione, servendosi di un’astuta provocazione, è stato il presidente
dell’Ordine dei giornalisti Valentino
Losito, moderatore dell’incontro.
“È la felicità, ragazzi?”,
ha chiesto il giornalista bitontino, rigirando la domanda del titolo ai giovani
in sala. Un modo, probabilmente, per richiamarli a un atto di responsabilità e a
essere protagonisti -piuttosto che spettatori- della propria vita.
Dopodiché,
sono intervenuti il dirigente scolastico Sabino
Lafasciano e la vicesindaco Rosa
Calò, i quali hanno raccontato aneddoti di una lunga carriera da docenti,
offrendo alla platea interessanti spunti di riflessione sull’emergenza
educativa dei giovani.
“Questo non mi sembra un
libro dedicato ai ragazzi”, ha affermato Lafasciano, “piuttosto si rivolge agli educatori. Quando
si parla di emergenza educativa si pensa che il problema sia dei ragazzi e, invece,
riguarda gli adulti”. Poi, ha continuato mettendo in luce le inadeguatezze di
un sistema scolastico arrugginito e ghettizzante, che “non fa altro che perpetrare se stesso in maniera autoreferenziale”.
Sempre
sulle carenze del corpo docente e degli adulti in generale si è soffermata anche
la vicesindaco Rosa Calò, secondo la quale “nella
nostra società i giovani sono considerati un problema e non un mistero tutto da
scoprire o una risorsa da far fiorire”. E citando Bauman, ha fatto
riferimento “all’affollata solitudine in
cui essi vivono, continuamente con le cuffie alle orecchie e distanti dal
mondo”.
Dopo la preziosa testimonianza dell’artista Franco Sannicandro, mai banale, è stata la volta di Visitilli, che ha dovuto barcamenarsi tra le domande dei
liceali sulla necessità di una riforma scolastica, sull’assenza dei genitori e
la scarsa predisposizione degli insegnanti ad ascoltarli.
“Non chiedetemi che cosa
sia la felicità, perché non saprei dirvelo”, ha esordito con
ironia l’ospite.
E
ha concluso: “Voi siete il riflesso di
quello che siamo noi adulti, se c’è questa emergenza è perché noi abbiamo
abdicato al nostro ruolo di educatori”.