Tasse,
tasse e ancora tasse.
Corre
su questo binario la lunga polemica tra l’amministrazione comunale e
il Partito democratico. Querelle che si arricchisce di una nuova
puntata.
Dopo
quelle precedenti – primo manifesto con l’immagine dei limoni,
risposta della maggioranza, botta e risposta tra Boccuzzi della Cisl
e Francesco Paolo Ricci – l’ultima è ancora targata Pd.
Ancora
un manifesto con il disegno dei limoni. Spremuti ovviamente. E questa
volta (loro) conti alla mano.
Secondo
i democratici, infatti, con il passaggio dell’aliquota Irpef da 0,4
allo 0,7, accade che chi ha un reddito imponibile di 20mila euro
annui, si vedrà sottrarre non più 80 euro, bensì 140. Che
diventano 280, invece, per chi dichiara un reddito di 40mila euro.
Per la
Tasi, invece, (tassa sui servizi indivisibili), la cui aliquota è
passata dall’1,5 al 2,5 per mille, si disegnano due scenari.
Per il
possessore di un fabbricato classe A/2, – classica abitazione di tipo
civile – significa pagare una somma di 400 euro, 160 in più
rispetto all’anno scorso.
Così
divisi: 120 euro già pagati per l’acconto di giugno, altri 280 da
versare per il saldo di dicembre.
Per
chi invece è proprietario di un fabbricato classe A/3 – abitazione
economica -, la cifra da versare nelle casse comunali è di 225 euro
(sarebbe stata 135 l’anno scorso). L’acconto di giugno è ammontato a
67,50 euro, il saldo finale a 157,50 euro.
Non è
tutto. Aumenti indiscriminati – sottolineano ancora i piddini –
ci sarebbero anche per la Tari, per il Cosap e per la quota familiare
delle mense scolastiche, tutte riviste al rialzo, «con
servizi però peggiorati».
«Il
sindaco – recita
il manifesto – dà
la colpa al governo. E allora perché nel 2015 altri Comuni, vedi
Bari, hanno abbassato le imposte comunali?».
La
manovra fiscale del capoluogo prevede la riduzione
dell’aliquota Tasi (attenzione, però: dal 3,3 per mille è passata
al 2,99, quindi comunque più alta di quella bitontina), Imu identica
a quella dell’anno scorso così come la Tari, l’addizionale Irpef
(che però è allo 0,8 per mille), la tassa sull’occupazione di suolo
pubblico.
Dopo
le accuse, arriva la proposta. «Perché non puntare – si
chiedono da corso Vittorio Emanuele – sul taglio degli sprechi e
sulle nuove entrate dallo sblocco dell’edilizia?».
E
oggi – o più probabilmente giovedì – c’è il Consiglio comunale
sul bilancio di previsione 2015.