Gruppo di Azione Locale Fior d’Olivi. E’ scontro
tra maggioranza e opposizione sulle modalità di nomina del rappresentante del
Comune di Bitonto in seno al consiglio di amministrazione della società
consortile, argomento del secondo punto all’ordine del giorno della seduta di
ieri del consiglio comunale.
E’ stato il sindaco Michele Abbaticchio ad aprire la discussione
sull’argomento, annunciando di voler demandare la nomina del nuovo
rappresentante ad un avviso pubblico, i cui partecipanti siano successivamente
selezionati dal collegio dei revisori, piuttosto che da un comitato di garanzianominato dal consesso, come prevede il Codice Etico per gli Amministratori
Locali (Carta di Pisa), a cui il primo cittadino desidera ispirarsi.
Una procedura inusuale dal momento che, essendo il rappresentante chiamato a
rappresentare il Comune, e dunque essendo una carica politica, la prassi
prevede che sia l’amministrazione a nominarlo, come avvenne, tre anni fa con Ezia Di Carlo, scelta da Valla, la cui carica è terminata nel maggio scorso.
Inusuale, ma non vietata, anche rispetto a quanto previsto dalla stessa Carta
di Pisa. Detto regolamento, adottato ad agosto dal consiglio, si riferisce non
alle nomine di natura politica, ma tecnica, come si evince dall’art. 18, che,
nella parte relativa alle nomine in enti, consorzi o società a partecipazione
pubblica, recita: “L’amministratore deve
altresì procedere a tali nomine, qualora queste richiedano competenze di natura
tecnica, a seguito di un bando di valutazione comparativa dei candidati,
mediante provvedimento motivato in base al parere ovvero alla designazione di
un comitato di garanzia”.
“Avrei potuto anche nominare io il
rappresentante, come è stato fatto lecitamente in passato. Abbiamo anche
pensato a farlo nominare dalla conferenza dei capigruppo, ma è sempre un organo
politico. Non c’è niente di male, sia chiaro, in una nomina da parte di un
organo politico, ma trovo che questa modalità di selezione sia un passo in
avanti nella direzione voluta dalla Carta di Pisa e in un’ottica di maggior
condivisione” evidenzia Abbaticchio, motivando la decisione di affidarsi al
collegio dei revisori “sia per mancanza
di tempo per nominare un comitato di garanzia, dato che gli altri Comuni (Giovinazzo
e Terlizzi, ndr) hanno già provveduto
alla nomina, sia perché garantisce più imparzialità rispetto ad un comitato
nominato dal Comune”.
Argomentazioni che non hanno gradito tra i banchi della minoranza. Se, infatti,
Paolo Intini si limita a chiedere delucidazioni sui criteri di individuazione,
è dal Partito Democratico che arrivano le critiche più forti sia verso la
procedura, che verso l’operato dei precedenti rappresentanti.
“Se dobbiamo basarci sulla Carta di Pisa,
dobbiamo rispettare quanto prevede” tuona Natilla, riferendosi alla mancata nomina
del comitato di garanzia: “Non potete
dire di non aver avuto tempo. Cosa vi ha impedito di convocare il consiglio tra
agosto e settembre? Dovete dire per iscritto cosa avete fatto”.
“Non comprendo quali competenze in merito
possano avere i revisori” eccepisce, inoltre, Natilla, contrario alla
decisione di derogare la nomina da parte del sindaco: “Non concepisco questo continuo prendere le distanze dalla politica. Non
siamo delinquenti, ma persone per bene. Squarciamo questo velo di ipocrisia. Se
si parla di una nomina politica, è giusto che la politica scelga a chi
affidarla. Il consiglio si sta esautorando di una sua importante funzione”.
Sulla stessa linea anche Francesco Paolo Ricci, che, approfittando
dell’argomento, invoca una maggiore rendicontazione sull’attività del Gal, da
parte del futuro rappresentante: “E’
questo quel che è mancato in questi anni. Voglio un rappresentante che funga da
interlocutore diretto. E’ giusto che sia il sindaco a nominare un suo uomo di
fiducia che debba rappresentarlo. E poi, quante nomine politiche ha già fatto
questa amministrazione?”.
Dal Pdl, invece, Domenico Damascelli, chiedendo il rispetto della procedura
prevista dalla Carta di Pisa, critica l’operato del Gal e della Conca Barese,
definendoli “carrozzoni utilizzati a fini
clientelari”.
Difese alla delibera giungono, invece, dalla maggioranza, con Vito Rosario
Modugno (Sel) e Francesco Gala (Psi) che parla di “svolta positiva”.
Da Matteo Masciale, infine, l’auspicio che la quinta commissione sia
costantemente informata sull’attività del Gal.
Dopo la lunga discussione si passa alla votazione della delibera, che viene
approvata con quindici voti favorevoli e sette contrari, tra cui quelli del Pd.
Astenuto invece Farella.