«Le frasi di don Ciccio Savino? Un
gratuito e misero tentativo, fallito, finalizzato solo a screditare e sminuire
la persona».
Il consigliere Giuseppe Fioriello non ci
sta e replica alle accuse rivoltegli ieri dal rettore della basilica Santi
Medici, che ha adombrato ombre sul suo passato da educatore (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/fioriello-spieghi-come-ha-gestito-il-rapporto-economico-tra-la-sua-cooperativa-e-il-ss-sacramento/4301.htm). In realtà, però,
tutto è nato dalle parole dell’esponente di Italia dei Valori, che domenica
aveva accusato la Chiesa bitontina di fare politica. E il tutto è inserito
nella polemica riguardante la volontà della maggioranza di voler far applicare
l’Imposta unica comunale (Iuc) anche a onlus, cooperative sociali, fondazioni ed enti ecclesiastici.
L’esponente di maggioranza parte con una
lunga e sarcastica premessa. «Non c’è bisogno di scomodare il tenente Colombo per definire
quanto riportato nell’articolo un gratuito e misero tentativo, fallito,
finalizzato solo a screditare e sminuire la persona. Chapeau dunque, a quanto
riservatomi dall’amico (?) e soprattutto dal prete (?) che ha celebrato anche
le mie nozze!! E’ proprio vero, avviene troppo spesso che per qualcuno “l’io”
diventi spesso abbreviazione di “Dio”. Dei miei studi di teologia ricordo la
straordinaria “potenza” di quanto riportato nella Lettera ai Romani, capitolo
14, con la frase “Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo?” o della
esemplare “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che
dico?”. Che delusione, è il classico argumentum ad hominem, è la classica
strategia della retorica con la quale ci si allontana dall’argomento con lo
screditare un’affermazione o un’argomentazione attaccando, minacciando e
deridendo la persona che la sostiene invece di confutare gli argomenti che
questa persona ha esposto».
Fioriello, poi, dà la sua versione dei
fatti del suo lavoro di doposcuola alla parrocchia del Ss. Sacramento ai tempi
in cui era presidente di una cooperativa. «Ho scelto di dimettermi dalla
carica di presidente della cooperativa menzionata dal 2003, esattamente da
quando sono stato eletto Consigliere comunale la prima volta, proprio per
evitare incompatibilità alcuna e ancor prima che varie “Carte di Pisa”
prendessero forma. Non capisco cosa ci sia di strano che una cooperativa,
volutamente sottrattasi al manto dei tenutari del sociale a Bitonto, nel
lontano 2008 in collaborazione con altre cooperative, le parrocchie locali e le
scuole del territorio, abbia elaborato il progetto “Apprendigioco
continua…oltre la scuola” con il duplice obiettivo di agire a livello
preventivo e di sostenere le situazioni di difficoltà, rispondendo a
un’emergenza formativa ed educativa, nel continuare il percorso scolastico per
effettive carenze nella propria preparazione di alcuni minori.Cosa non
è chiaro e cosa si vuol insinuare?».
La chiusura, poi, è ancora dedicata alle
citazioni. Se don Ciccio Savino citava don Pino Puglisi, Fioriello si “rifugia”
in don Ciotti. E affonda il colpo: «Visto che va di moda fare citazioni e
riportare pensieri, in questo triste capitolo fatto di fulgidi esempi di “sana
educazione”, anche a me viene in mente questo pensiero di un altro don, nello
specifico, Don Ciotti che recentemente ha detto: “Non ho paura della mafia ma è
strano che nessuno mi abbia messo in guardia; c’è una mentalità che dobbiamo
sradicare, quella della mafiosità, dei patti sottobanco, dell’intrallazzo in
guanti bianchi, della disonestà condita da buone maniere”. La Nostra politica
si rispecchia in queste “sacrosante” parole».