Quest’anno la tradizionale festa popolare in onore della Vergine Immacolata, patrona di Bitonto, sta assumendo altre modalità di realizzazione per via della fase della pandemia del Coronavirus che stiamo vivendo.
Bello il pensiero, a tal proposito, del prof. Nicola Pice, presidente del Comitato Feste Patronali, che riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Non si ritorna indietro verso il mito, il mito lo si incontra di nuovo quando il tempo vacilla sin dalle fondamenta, sotto l’incubo di un pericolo estremo” scriveva Ernst Jünger nel suo Trattato del Ribelle, intendendo specificare che il mito, ed io aggiungo il racconto orale, affiorando nell’istante della catastrofe o di una situazione difficilissima, svolge la funzione di tenere desta la coscienza e si fa aiuto-salvezza per l’uomo che intende ritrovare sé stesso. Quest’anno la festa patronale ha avuto questo compito.
Nessuna banda, nessuna luminaria, nessuna adunata di piazza per lo scoprimento del quadro o per l’ascolto del cantante di turno, nessuna processione, nulla di tutto questo che è pure un insieme di riti tradizionali di una festa patronale, ma solo l’impegno di ricordare il miracolo che la tradizione orale ci tramanda, non per dare credito ad una apparizione divina che di certo non ci fu, ma per cogliere ancora una volta il segno che quel racconto sottende, ovvero la richiesta di protezione divina, l’attesa di un intervento salvifico, il bisogno di speranza, cose, queste, che riportano noi bitontini alla figura della Vergine Immacolata venerata proprio per questo come Patrona di Bitonto.
Il mese scorso Papa Francesco nell’ampia intervista sulla crisi mondiale causata dalla pandemia di coronavirus concessa al giornalista britannico Austen Ivereigh ha citato alcuni versi dell’Eneide di Virgilio. “Mi viene in mente un verso di Virgilio: Meminisse iuvabit. Farà bene recuperare la memoria, perché la memoria ci aiuterà. Oggi è tempo di recuperare la memoria”. E a fine intervista cita ancora un verso virgiliano: “Cessi, et sublato montem genitore petivi, così me ne andai col padre sulle spalle verso il cammino dei monti in silenzio. Commenta Bergoglio: “Quando Enea, sconfitto a Troia, aveva perduto tutto gli restavano due vie d’uscita: o rimanere là a piangere e porre fine alla sua vita, o fare quello che aveva in cuore, andare oltre, andare verso i monti per allontanarsi dalla guerra”. Con le spalle rivolte alle fiamme che avvolgono Troia, Enea con il padre sulle spalle e la mano stretta al figlio parte per un’altra avventura, per la costruzione di un altro destino; di qui la conclusione: “Quello che chiedo alla gente è di farsi carico degli anziani e dei giovani, di farsi carico della storia … È questo che tutti noi dobbiamo fare oggi: prendere le radici delle nostre tradizioni e salire sui monti”.
Insomma abbiamo vissuto i giorni drammatici della pandemia e più volte abbiamo ribadito la necessità di pensare “un nuovo futuro”, di riprogettare la vita nuova, di dare consistenza alla speranza nonostante l’incertezza e la precarietà del momento. Il miracolo della Madonna che appare al famoso generale Montemar oggi assume il significato di sprone a ritrovare un varco nella incertezza e nella paura, a lasciarci contagiare dalla speranza e a rinnegare ogni forma di indifferenza. Per questo abbiamo voluto ancora una volta fare memoria di questo racconto dei nostri padri rinunciando agli altri aspetti delle festività patronali dati i tempi e rispettando le norme prescrittive tese alla salvaguardia della salute di tutti. Abbiamo però avuto il piacevole riscontro alle iniziative collaterali che si sono organizzate: la gioiosa partecipazione di giovanissimi alunni al concorso letterario con una narrazione incentrata sul miracolo e al Giò Madonnari con disegni di una vivacità coloristica e creativa che hanno mirato ad immaginare una Bitonto ricoperta da luminarie, attraversata da bande, allietata da giocolieri, animata da una comunità festante. Non di meno la pietà popolare si è espressa nella realizzazione di altarini nelle diverse case del centro storico, a parte l’empito devozionale attraverso la celebrazione di messe nel Santuario e in Cattedrale riprese da emittenti televisive e sottolineate dalla voce soprano di Anna Lacassia. Infine un video di cui menare vanto, fortemente voluto dal Comitato Feste Patronali: con la musica di Alberto Iovene, le bellissime immagini filmate da Lorenzo Scaraggi e il commento recitato con voce suadente da Raffaello Fusaro si è delineato un percorso molto suggestivo che dalla nostra murgia e dalla nostra campagna col suo mare di ulivi attraversando la città si è concluso con la visione degli occhi della Vergine immacolata della Cattedrale.