C’è tempo fino al 15 aprile per presentare offerte utili a rilevare l’ex stabilimento Om Carrelli di Modugno e reindustrializzarlo. Domenica, infatti, scade la proroga di dieci giorni concessa dal curatore fallimentare della Tua Industries. Oltre tale termine, scatterà la procedura di licenziamento collettivo. Nell’attesa, i lavoratori tornano oggi a farsi sentire, dopo altre manifestazioni, nei giorni scorsi, davanti alla sede della Regione Puglia, per ricordare alla politica e alle istituzioni di mantenere le promesse fatte in più occasioni. Scaduti i termini di proroga della cassa integrazione a dicembre 2017, non è stato possibile attivarne un’altra, perchè questa era subordinata a una manifestazione d’interesse concreta, che chiudesse la triste parentesi della Tua Industries. Che finora non c’è stata. Ci sono state diverse aziende che si sono fatte avanti, ma erano interessate solo al capannone, o a parte di esso, non al progetto nella sua interezza, comprensivo del prototipo dell’auto. Non hanno ancora ricevuto neanche le ultime mensilità di cassa integrazione del 2017. Ciò comporta disagi notevoli per i lavoratori manifestanti che sono obbligati a fare molti sforzi e sacrifici per andare avanti tra mutui, bollette, tasse e costi quotidiani. Un’altra manifestazione davanti alla sede della Regione è prevista lunedì 16 aprile, dopo la scadenza del termine.
Manifestazioni che hanno portato, nei giorni scorsi, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano a scendere tra loro per rassicurarli, alla luce di alcuni sviluppi degli ultimi giorni. Pare, infatti, che ci siano altri investitori oltre ai veneti della Askoll, che intende avviare una divisione per produrre scooter e bici elettriche.
«Ci sono delle aziende che si stanno affacciando, ma non posso dire quali» ha detto lunedì Emiliano, ricordando che se si dovesse avviare il processo di reindustrializzazione gli operai ritorneranno ad avere la cassa integrazione (occorre trovare, a tal fine, una copertura per il Tfr di circa 225mila euro: «Stiamo chiedendo al curatore di non avviare la procedura di licenziamento collettivo. Non c’è un piano B. Il piano B per voi è diventare come un qualsiasi altro disoccupato. Ecco perché stiamo puntando sulla reindustrializzazione. Solo così voi potete avere una specifica considerazione, come potranno dirvi anche i sindacati. Ma è importante trovare un investitore».
È, insomma, una vera e propria lotta contro il tempo. Mentre la Regione cerca di trovare qualcuno disposto ad investire, sui lavoratori incombe la spada di Damocle della disoccupazione.
«Non siete soli. Finora abbiamo ottenuto la cassa integrazione in deroga cambiando le leggi di stabilità per voi» conclude il governatore, rivelando tuttavia di non voler essere esageratamente ottimista.