Nessuna sconfitta, ma un Partito che ne esce rafforzato se si guardano i voti complessivi e pronto a continuare l’azione intrapresa sul territorio da qualche tempo.
In casa Partito democratico, insomma, nonostante il voto di domenica non sia stato sicuramente un visibilio (sono state confermate, in pratica, le stesse preferenze delle amministrative di due anni fa) e la speranza comunque di racimolare qualche voto in più, guai a parlare di risultato deludente e Francesco Brandi, segretario del circolo cittadino da un paio di mesi, fa il punto della situazione.
Si parte, però, da un dato oggettivo e che, forse, qualcuno non ha notato abbastanza. Nonostante a Bitonto ci fosse il sindaco a concorrere per il Parlamento europeo, meno della metà degli aventi diritto è andato a votare. “Tutto sommato la percentuale dei votanti è stata stabile rispetto a cinque anni fa – ammette l’ex Città democratica – e probabilmente la gente che non si è recata alle urne non avrebbe votato né per Michele Abbaticchio né per nessun altro. È un dato di disaffezione alla politica in generale che fa rima con il fatto che, spesso, quando si tratta di elezioni Europee, emerge quello che è il nostro provincialismo e una scarsissima attenzione a quelli che sono i veri problemi dell’Europa. Questo tipo di votazione è essenzialmente di opinione, e lo si vede con il risultato della Lega in città (oltre 3mila voti, il 16 per cento, addirittura meglio dei democratici), davvero importante”.
E in casa Pd cosa ne pensano di quanto accaduto domenica, che ha visto il principale partito di centrosinistra né fare un passo in avanti e né indietro rispetto a due anni fa? “Sarebbe un errore guardare a quello che è successo cinque anni fa e a quell’incredibile risultato perché lo scenario politico era completamente diverso, ma è chiaro che speravamo di prendere qualche voto in più – ammette candidamente Brandi – ma le nostre 2.429 preferenze non sono un dato sconcertante al ribasso, perché in ripresa leggera rispetto alle politiche dell’anno scorso, ma neanche sconcertante al rialzo, chiaramente. Le preferenze sono arrivate dallo zoccolo duro del nostro partito, e quindi quell’elettorato che ci resta vicino in tutte le stagioni. Ma c’è da dire che il nostro risultato non può prescindere da quello di “Italia in comune”, (davanti a tutti con 6.700 voti, ndr) che ha racimolato tanti consensi dall’area democratica e di quella gente che senza la presenza del primo cittadino avrebbe votato per noi”.
Sui Social qualcuno, però, l’ha vista diversamente e ha già chiesto, provocatoriamente ma non troppo, le sue dimissioni. “Quelli che non fanno parte del Pd non hanno diritto di parola su di noi. Non mi sento assolutamente responsabile di questo risultato, che tra l’altro è nella media regionale e con un competitor locale che era il sindaco in carica. Abbaticchio? Ha fatto una buona performance e noi siamo stati leali con lui come avevamo già annunciato. Il Pd ha fatto la sua campagna e quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto bene. E sono contento del risultato di Massimo Paolucci (esponente campano di Movimento democratico e progressista all’interno della lista piddina, ndr). E da oggi si riparte con ciò che abbiamo fatto sul territorio e ancora c’è da fare, che è tantissimo, anche a livello e in ambito amministrativo. Non dimenticando che il nostro obiettivo è quello di migliorarci, rimettendoci in carreggiata perché le elezioni sono una parentesi che scombussola tutto il programma”.