Lo scorso giovedì, presso il Teatro Traetta è andato in scena “La voce della sirena”, una produzione di fine anno della scuola di danza della coreografa Natalizia Leccese –nonchè direttrice artistica de “L’Ndivenire dance company”- in collaborazione con Okiko The Drama Company.
Il sipario si è aperto sul sogno della sirena Marea (Rosa Masellis) di esplorare il mondo degli umani, realizzato allo scattare del suo sedicesimo compleanno dando in pegno la sua voce alla malvagia dea dell’ovest dell’oceano, nonché maga Circe (Piergiorgio Meola).
Marea sarebbe rimasta sulla terra, contro il volere della sua nonna (la regina sirena – Pamela Scianatico), e avrebbe riacquistato la sua voce, qualora in tre giorni avesse trovato l’amore. E così fu grazie all’incontro del capitano di una nave (Tullio Tambone) per via di tre marinai ubriachi (Alex Giannone, Luigi Bianco, Manu Licinio) che la portarono con loro al suo arrivo in riva.
Fu questa una sorta di sconfitta per la maga Circe –che perse le sue sembianze umane (Giulia Rucci) assunte per sorvegliar Marea e tornò ad esser dea (Piergiorgio Meola) -, se non fosse che il principe del mare (Giuseppe Visaggi) le dichiarò il suo amore che andava al di là del suo aspetto fisico.
«La scelta di Piergiorgio Meola, regista di questo spettacolo –ha dichiarato la coreografa Natalizia Leccese-, di inserire un amore omossessuale l’ho accettata di buon grado. Ha reso innovativa e sorprendente la storia andata in scena».
Inoltre, «viviamo in un mondo in cui ci si è scordati di cosa sia l’arte –ha aggiunto il regista-. Se ci scandalizziamo per un bacio tra due uomini, non facciamo altro che rimanere indietro perché questo significa non notare che ci sono cose molto gravi, invece, per cui preoccuparsi».
“La voce della sirena” è un prodotto diverso da un semplice saggio di fine anno perché raccorda il teatro e la danza contemporanea.
Il regista Piergiorgio ha voluto spiegare che: «Di amore si è parlato, ma non si è trattato di una fiaba con riferimenti totalmente disneyani. Infatti, fondamentale è stato il connubio con il mito».
Questo è quanto si è notato, soprattutto, nel modus recitandi: la voce narrante ha annunciato, ad esempio, la storia invocando le muse in pieno stile omeriano.
Le ballerine della scuola di ballo della coreografa Natalizia Leccese tornano nella loro sala arricchite di molteplici emozioni e soddisfatte per il traguardo raggiunto.
«Quando Natalizia ci propose di rappresentare “La voce della sirena”, accettai di buon grado insieme alle mie compagne –ha raccontato una delle ballerine, Noemi Farella-. Mi venne subito in mente il riferimento letterario all’affascinante viaggio di Ulisse. Le esperienze al di fuori della nostra sala non possono far altro che farci crescere».
«Con il passare del tempo il linguaggio del nostro corpo si sta evolvendo ed è questo che abbiamo voluto far notare a coloro che son venuti a Teatro. Siamo arrivate alla conclusione di un ulteriore nostro percorso di danza. Inoltre, quanto visto non è stato un movimento creato in virtù di uno spettacolo».
Tant’è vero che l’idea de “La voce della Sirena” è nata sì lo scorso anno, ma è stata resa reale in soli venti giorni prima del debutto con i preziosi contributi della costumista Marina Mundo e del collaboratore di scena Nicola Ventafridda.
«Okiko The Drama Company –ha dichiarato l’attrice Rosa Masellis– non è la prima volta che collabora con Natalizia Leccese. Nonostante il nostro bagaglio esperienziale si stia iniziando a riempire, ogni volta è sempre la prima. Interpretare il ruolo della sirena mi ha affascinato e mi ha fatto sognare un po’. E’ stato difficile calarmi nella parte, per l’ovvia mancata fisicità di sirena».