Un piano straordinario di assunzioni per colmare il problema del numero di dipendenti insufficiente a fronteggiare l’emergenza sanitaria e piante organiche carenti per affrontare la sfida del Recovery Fund. C’è anche il sindaco Michele Abbaticchio tra i sette primi cittadini (sei dell’area metropolitana barese – Bitonto, Acquaviva, Cassano, Gravina, Grumo, Casamassima – e uno del foggiano – San Paolo Civitate -) pronti a chiedere al Governo maggiori risorse (umane) per combattere le grandi emergenze del momento.
La crisi sanitaria ed economica ha messo a dura prova il sistema della pubblica amministrazione che è stato chiamato a provvedere “alle necessità della popolazione, organizzando azioni costanti di protezione civile” e a “mettere in campo interventi urgenti a sostegno delle categorie più duramente colpite”, hanno scritto i sindaci nel documento. All’emergenza i Comuni, soprattutto nel Sud, “hanno dovuto rispondere potendo contare su un numero di dipendenti insufficiente e con piante organiche carenti”. I primi cittadini hanno evidenziato che “nonostante le continue battaglie condotte dall’Anci nazionale i livelli di partenza delle piante organiche sono largamente insufficienti” perché “legati ai vincoli posti dal legislatore, che legano alle entrate comunali di bilancio la capacità assunzionale” e la possibilità del “ricorso al lavoro interinale”. Per questo occorre intervenire in deroga per consentire “Comuni assunzioni rapide di personale da impiegare per necessità impellenti a supporto dei dipendenti esistenti, in analogia con i livelli essenziali delle prestazioni, un numero di assunzioni parametrato rispetto alla popolazione”.
È necessario, scrivono ancora, “che il governo predisponga un piano straordinario di assunzioni che possa anche rappresentare una risposta alla grave ondata di disoccupazione che si prevede nella prossima primavera quando saranno cessati gli effetti del divieto di licenziamento imposto dal governo”. Inoltre, il personale dipendente dei Comuni “particolarmente esposto al rapporto con la popolazione, è spesso soggetto al contagio da Covid”, che porta “a continue interruzioni del servizio”. I piani sociali di zona, poi, sono “inadeguati a fornire la dovuta assistenza agli anziani e ai soggetti non autosufficienti”.