È un “no” alla discarica Fer.Live quello sancito dal consiglio comunale, nell’ultima seduta. Una seduta quasi monotematica. All’ordine del giorno, infatti, oltre a questo punto, solo una presa d’atto, relativa al controllo sugli equilibri finanziari per il secondo trimestre 2021.
Al secondo punto all’ordine del giorno, dunque, la richiesta, avanzata da 13 consiglieri, di una seduta consiliare monotematica per discutere del progetto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi Fer.Live. Primo ad intervenire è Emanuele Sannicandro (Iniziativa Democratica) auspicando, data l’importanza del tema per la nostra città, la condivisione di una bozza di documento unanime sul quale discutere. «Una bozza che ci consenta di comprendere come agire» sottolinea il consigliere, supportato da Franco Scauro (Bitonto Riformista) che evidenzia il lodevole lavoro delle associazioni bitontine e terlizzesi contro l’ipotesi di una nuova discarica potenzialmente pericolosa.
«L’obiettivo comune è arrivare ad un documento sottoscritto insieme a tutta la cittadinanza, da sottoporre all’attenzione della Città Metropolitana» ribadisce Scauro dopo la sospensione voluta dall’assise per consentire a tutti i consiglieri di visionare tutta la documentazione.
«Su alcune tematiche, come la tutela dell’ambiente in cui viviamo, non possono esserci divisioni. Bisogna agire uniti» tuona Franco Natilla (Bitonto Riformista), ribadendo quanto già detto da Scauro sulla necessità di rivolgersi alla Città Metropolitana e ringraziando Sinistra Italiana per aver portato all’attenzione generale un argomento di fondamentale importanza: «Il nostro interlocutore non è il sindaco che, invece, deve essere il nostro massimo rappresentante e deve portare le nostre istanze nella Città Metropolitana. Dobbiamo far conoscere a tutti, con tutti i mezzi a nostra disposizione, con cosa abbiamo a che fare. La Fer.Live non è una dittarella, ma ha mezzi potenti. La città di Bitonto è chiamata ad una strenua opposizione contro questo ecomostro, incompatibile con le esigenze di un territorio a forte vocazione agricola, già provato dalla presenza di altre discariche, autorizzate o non, dal fenomeno degli abbandoni illeciti nelle campagne e da falde talvolta inquinate».
«Non saranno rifiuti normali, materiali inerti, quelli che finiranno nella nuova discarica. Saranno altamente inquinanti e, a causa della vicinanza con Lama di Macina, il rischio idraulico è forte. E Bitonto non può diventare la discarica della Regione Puglia» conclude Natilla.
«Siamo da sempre al fianco di chi si batte per l’ambiente e crediamo che si debba puntare su forme alternative di smaltimento, che siano più rispettose per la natura» aggiunge Antonella Vaccaro, parlando a nome del Partito Democratico, prima di lasciare spazio all’intervento conclusivo, da parte di Beppe Cazzolla, presidente dell’associazione Fare Verde Bitonto e membro del Forum delle Consulte, che sottolinea come, tra i rifiuti che verranno rilasciati, ci saranno anche le ceneri di combustione, il risultato finale della combustione di rifiuti tramite termovalorizzazione, «quello che non si può più riciclare».
«Qualcuno, poi, si è chiesto da dove passeranno i camion, con il loro carico di rifiuti inquinanti e maleodoranti e con i pneumatici sporchi? Passeranno da dove passano tutti gli altri. Dalla nostra città (altro problema atavico)» tuona Cazzolla, rimproverando, alla bozza del documento sottoscritta da forze politiche e associazioni, di essere senza anima: «non vengono fuori i sentimenti di questa città. Non una parola sulle nostre colture agricole. Noi vogliamo che le olive producano olio, non veleno».
«Le decisioni prese trenta anni fa, hanno oggi le loro ripercussioni. Quindi facciamo attenzione a quel che si decide oggi» chiude Cazzolla, prima di lasciare spazio alla votazione del documento, approvato all’unanimità.