“Questo ospedale è il perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia. Nulla di questo investimento andrà perso neanche dopo l’emergenza, anche se l’emergenza ha determinato questa necessità. È tutto lavoro pugliese, è tutta testa pugliese. Gli ospedali simili in altre zone di Italia non funzionano come questo, che è un luogo multifunzionale, dove sono insieme terapie intensive e area medica”.
Sono le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla consegna delle chiavi, ieri, del nuovo ospedale Covid, sito all’interno della Fiera del Levante, al commissario straordinario del Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli. Questo, alla presenza del direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro, del responsabile della Protezione civile Mario Lerario, del rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, del preside della Scuola di Medicina Loreto Gesualdo, di Vito Barozzi e Giuseppe Fiorino, rappresentanti delle due imprese, Cobar e Item Oxygen, che hanno realizzato la costruzione.
Si tratta precisamente di 154 posti letto per 10 reparti su 15mila metri quadrati, con 2 sale operatorie, una zona per tac, rx e laboratorio analisi realizzati presso i padiglioni 11, 13, 18 e 19 della Fiera del Levante.
“Abbiamo fatto questa scelta per riuscire a gestire tutti i gradi della gravità della malattia -ha continuato il presidente-: è un luogo a pressione negativa, è un reparto di infettivologia, di pneumologia, di medicina, di terapia intensiva e subintensiva, possiamo gestire tutto con quella flessibilità che un maxi centro richiede. Attraverso questo sistema di gestione delle maxi emergenze, nella collaborazione tra la punta dell’accademia pugliese, il Policlinico di Bari e la Protezione civile, realizzeremo non solo all’interno del sistema sanitario, ma più in generale, nella gestione di tutte le emergenze, una collaborazione che stiamo creando sul campo”.
L’ospedale è stato costruito in tempi record, contando che i lavori sono iniziati il primo dicembre. Sono stati realizzati da due imprese di Altamura, Cobar e Item Oxygen, insieme a 40 ditte pugliesi e 300 operai impegnati per 11mila giornate lavorative, come ha raccontato Mario Lerario, dirigente della sezione regionale della Protezione Civile. Sono stati spesi 17 milioni e mezzo di euro, una cifra importante per una struttura che non nasce per un cattivo utilizzo di quelle già esistenti e che contano 2500 posti letto ma “come dispositivo di sicurezza multiuso. Nasce perché non sappiamo, come non sapevamo con chiarezza, quanto sarebbe stata forte la seconda ondata Covid e non sappiamo se ce ne sarà una terza. Vi ricordo che la seconda ondata è stata 20 volte quella di marzo e aprile”, ha concluso Emiliano.
“Siamo pronti a gestire anche gli eventuali scenari successivi – ha aggiunto Vitangelo Dattoli, commissario del Policlinico di Bari – Speriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno. Ma in ogni caso siamo pronti. Siamo al lavoro su accorgimenti tecnici e piccole modifiche organizzative ma il modello gestionale è stato prefigurato. L’ospedale Covid della Fiera del Levante sarà autonomo ma fortemente integrato con il Policlinico e con gli altri ospedali dell’area metropolitana e della Regione. Si tratta di un’operazione in grado di dare una risposta alla domanda di salute per i problemi quotidiani acuti o cronici. Ci confronteremo anche con le organizzazioni sindacali”.
Sarà, quindi, una struttura a disposizione di tutta la Regione Puglia durante e dopo l’emergenza sanitaria. Dopo i collaudi nei prossimi giorni, sarà presumibilmente e realmente attiva con il trasferimento del personale e dei pazienti all’inizio di febbraio.
“Questo ospedale è il perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia. Nulla di questo investimento andrà perso neanche dopo l’emergenza, anche se l’emergenza ha determinato questa necessità. È tutto lavoro pugliese, è tutta testa pugliese. Gli ospedali simili in altre zone di Italia non funzionano come questo, che è un luogo multifunzionale, dove sono insieme terapie intensive e area medica”.
Sono le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla consegna delle chiavi, ieri, del nuovo ospedale Covid, sito all’interno della Fiera del Levante, al commissario straordinario del Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli. Questo, alla presenza del direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro, del responsabile della Protezione civile Mario Lerario, del rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, del preside della Scuola di Medicina Loreto Gesualdo, di Vito Barozzi e Giuseppe Fiorino, rappresentanti delle due imprese, Cobar e Item Oxygen, che hanno realizzato la costruzione.
Si tratta precisamente di 154 posti letto per 10 reparti su 15mila metri quadrati, con 2 sale operatorie, una zona per tac, rx e laboratorio analisi realizzati presso i padiglioni 11, 13, 18 e 19 della Fiera del Levante.
“Abbiamo fatto questa scelta per riuscire a gestire tutti i gradi della gravità della malattia -ha continuato il presidente-: è un luogo a pressione negativa, è un reparto di infettivologia, di pneumologia, di medicina, di terapia intensiva e subintensiva, possiamo gestire tutto con quella flessibilità che un maxi centro richiede. Attraverso questo sistema di gestione delle maxi emergenze, nella collaborazione tra la punta dell’accademia pugliese, il Policlinico di Bari e la Protezione civile, realizzeremo non solo all’interno del sistema sanitario, ma più in generale, nella gestione di tutte le emergenze, una collaborazione che stiamo creando sul campo”.
L’ospedale è stato costruito in tempi record, contando che i lavori sono iniziati il primo dicembre. Sono stati realizzati da due imprese di Altamura, Cobar e Item Oxygen, insieme a 40 ditte pugliesi e 300 operai impegnati per 11mila giornate lavorative, come ha raccontato Mario Lerario, dirigente della sezione regionale della Protezione Civile. Sono stati spesi 17 milioni e mezzo di euro, una cifra importante per una struttura che non nasce per un cattivo utilizzo di quelle già esistenti e che contano 2500 posti letto ma “come dispositivo di sicurezza multiuso. Nasce perché non sappiamo, come non sapevamo con chiarezza, quanto sarebbe stata forte la seconda ondata Covid e non sappiamo se ce ne sarà una terza. Vi ricordo che la seconda ondata è stata 20 volte quella di marzo e aprile”, ha concluso Emiliano.
“Siamo pronti a gestire anche gli eventuali scenari successivi – ha aggiunto Vitangelo Dattoli, commissario del Policlinico di Bari – Speriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno. Ma in ogni caso siamo pronti. Siamo al lavoro su accorgimenti tecnici e piccole modifiche organizzative ma il modello gestionale è stato prefigurato. L’ospedale Covid della Fiera del Levante sarà autonomo ma fortemente integrato con il Policlinico e con gli altri ospedali dell’area metropolitana e della Regione. Si tratta di un’operazione in grado di dare una risposta alla domanda di salute per i problemi quotidiani acuti o cronici. Ci confronteremo anche con le organizzazioni sindacali”.
Sarà, quindi, una struttura a disposizione di tutta la Regione Puglia durante e dopo l’emergenza sanitaria. Dopo i collaudi nei prossimi giorni, sarà presumibilmente e realmente attiva con il trasferimento del personale e dei pazienti all’inizio di febbraio.
“Questo ospedale è il perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia. Nulla di questo investimento andrà perso neanche dopo l’emergenza, anche se l’emergenza ha determinato questa necessità. È tutto lavoro pugliese, è tutta testa pugliese. Gli ospedali simili in altre zone di Italia non funzionano come questo, che è un luogo multifunzionale, dove sono insieme terapie intensive e area medica”.
Sono le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla consegna delle chiavi, ieri, del nuovo ospedale Covid, sito all’interno della Fiera del Levante, al commissario straordinario del Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli. Questo, alla presenza del direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro, del responsabile della Protezione civile Mario Lerario, del rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, del preside della Scuola di Medicina Loreto Gesualdo, di Vito Barozzi e Giuseppe Fiorino, rappresentanti delle due imprese, Cobar e Item Oxygen, che hanno realizzato la costruzione.
Si tratta precisamente di 154 posti letto per 10 reparti su 15mila metri quadrati, con 2 sale operatorie, una zona per tac, rx e laboratorio analisi realizzati presso i padiglioni 11, 13, 18 e 19 della Fiera del Levante.
“Abbiamo fatto questa scelta per riuscire a gestire tutti i gradi della gravità della malattia -ha continuato il presidente-: è un luogo a pressione negativa, è un reparto di infettivologia, di pneumologia, di medicina, di terapia intensiva e subintensiva, possiamo gestire tutto con quella flessibilità che un maxi centro richiede. Attraverso questo sistema di gestione delle maxi emergenze, nella collaborazione tra la punta dell’accademia pugliese, il Policlinico di Bari e la Protezione civile, realizzeremo non solo all’interno del sistema sanitario, ma più in generale, nella gestione di tutte le emergenze, una collaborazione che stiamo creando sul campo”.
L’ospedale è stato costruito in tempi record, contando che i lavori sono iniziati il primo dicembre. Sono stati realizzati da due imprese di Altamura, Cobar e Item Oxygen, insieme a 40 ditte pugliesi e 300 operai impegnati per 11mila giornate lavorative, come ha raccontato Mario Lerario, dirigente della sezione regionale della Protezione Civile. Sono stati spesi 17 milioni e mezzo di euro, una cifra importante per una struttura che non nasce per un cattivo utilizzo di quelle già esistenti e che contano 2500 posti letto ma “come dispositivo di sicurezza multiuso. Nasce perché non sappiamo, come non sapevamo con chiarezza, quanto sarebbe stata forte la seconda ondata Covid e non sappiamo se ce ne sarà una terza. Vi ricordo che la seconda ondata è stata 20 volte quella di marzo e aprile”, ha concluso Emiliano.
“Siamo pronti a gestire anche gli eventuali scenari successivi – ha aggiunto Vitangelo Dattoli, commissario del Policlinico di Bari – Speriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno. Ma in ogni caso siamo pronti. Siamo al lavoro su accorgimenti tecnici e piccole modifiche organizzative ma il modello gestionale è stato prefigurato. L’ospedale Covid della Fiera del Levante sarà autonomo ma fortemente integrato con il Policlinico e con gli altri ospedali dell’area metropolitana e della Regione. Si tratta di un’operazione in grado di dare una risposta alla domanda di salute per i problemi quotidiani acuti o cronici. Ci confronteremo anche con le organizzazioni sindacali”.
Sarà, quindi, una struttura a disposizione di tutta la Regione Puglia durante e dopo l’emergenza sanitaria. Dopo i collaudi nei prossimi giorni, sarà presumibilmente e realmente attiva con il trasferimento del personale e dei pazienti all’inizio di febbraio.
“Questo ospedale è il perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia. Nulla di questo investimento andrà perso neanche dopo l’emergenza, anche se l’emergenza ha determinato questa necessità. È tutto lavoro pugliese, è tutta testa pugliese. Gli ospedali simili in altre zone di Italia non funzionano come questo, che è un luogo multifunzionale, dove sono insieme terapie intensive e area medica”.
Sono le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla consegna delle chiavi, ieri, del nuovo ospedale Covid, sito all’interno della Fiera del Levante, al commissario straordinario del Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli. Questo, alla presenza del direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro, del responsabile della Protezione civile Mario Lerario, del rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, del preside della Scuola di Medicina Loreto Gesualdo, di Vito Barozzi e Giuseppe Fiorino, rappresentanti delle due imprese, Cobar e Item Oxygen, che hanno realizzato la costruzione.
Si tratta precisamente di 154 posti letto per 10 reparti su 15mila metri quadrati, con 2 sale operatorie, una zona per tac, rx e laboratorio analisi realizzati presso i padiglioni 11, 13, 18 e 19 della Fiera del Levante.
“Abbiamo fatto questa scelta per riuscire a gestire tutti i gradi della gravità della malattia -ha continuato il presidente-: è un luogo a pressione negativa, è un reparto di infettivologia, di pneumologia, di medicina, di terapia intensiva e subintensiva, possiamo gestire tutto con quella flessibilità che un maxi centro richiede. Attraverso questo sistema di gestione delle maxi emergenze, nella collaborazione tra la punta dell’accademia pugliese, il Policlinico di Bari e la Protezione civile, realizzeremo non solo all’interno del sistema sanitario, ma più in generale, nella gestione di tutte le emergenze, una collaborazione che stiamo creando sul campo”.
L’ospedale è stato costruito in tempi record, contando che i lavori sono iniziati il primo dicembre. Sono stati realizzati da due imprese di Altamura, Cobar e Item Oxygen, insieme a 40 ditte pugliesi e 300 operai impegnati per 11mila giornate lavorative, come ha raccontato Mario Lerario, dirigente della sezione regionale della Protezione Civile. Sono stati spesi 17 milioni e mezzo di euro, una cifra importante per una struttura che non nasce per un cattivo utilizzo di quelle già esistenti e che contano 2500 posti letto ma “come dispositivo di sicurezza multiuso. Nasce perché non sappiamo, come non sapevamo con chiarezza, quanto sarebbe stata forte la seconda ondata Covid e non sappiamo se ce ne sarà una terza. Vi ricordo che la seconda ondata è stata 20 volte quella di marzo e aprile”, ha concluso Emiliano.
“Siamo pronti a gestire anche gli eventuali scenari successivi – ha aggiunto Vitangelo Dattoli, commissario del Policlinico di Bari – Speriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno. Ma in ogni caso siamo pronti. Siamo al lavoro su accorgimenti tecnici e piccole modifiche organizzative ma il modello gestionale è stato prefigurato. L’ospedale Covid della Fiera del Levante sarà autonomo ma fortemente integrato con il Policlinico e con gli altri ospedali dell’area metropolitana e della Regione. Si tratta di un’operazione in grado di dare una risposta alla domanda di salute per i problemi quotidiani acuti o cronici. Ci confronteremo anche con le organizzazioni sindacali”.
Sarà, quindi, una struttura a disposizione di tutta la Regione Puglia durante e dopo l’emergenza sanitaria. Dopo i collaudi nei prossimi giorni, sarà presumibilmente e realmente attiva con il trasferimento del personale e dei pazienti all’inizio di febbraio.