Insediatasi ieri
mattina la X Legislatura della Regione Puglia, guidata dal neo presidente Michele Emiliano.
Nell’aula consiliare
di via Capruzzi, a Bari, è tornata anche Bitonto, rappresentata dal consigliere
di opposizione di Forza Italia, Domenico
Damascelli.
A guidare i lavori
della seduta d’insediamento della nuova legislatura, partiti con il solenne
momento dell’inno nazionale, è stato il consigliere anziano, Paolo Pellegrino,
eletto tra le file de “La Puglia con Emiliano”.
Primi passi, l’insediamento del
Consiglio regionale, con la nomina e la convalida di tutti i consiglieri eletti
nella tornata elettorale dello scorso 31 maggio, e la costituzione dell’Ufficio
di presidenza provvisorio, composto oltre che da Pellegrino, anche dai due
consiglieri più giovani dell’intera assise, ovvero le rappresentanti del
Movimento Cinque Stelle Viviana Guarini e Antonella Laricchia.
Primo passaggio
fondamentale per il neonato Consiglio regionale, l’elezione del suo Presidente,
dei due vicepresidenti e dei due segretari (un posto di vice ed uno di
segretario da assegnare all’opposizione, ndr).
Subito il
capogruppo del Partito Democratico, il tarantino Michele Mazzarano, ha avanzato
la candidatura, che già circolava nei giorni scorsi, di Mario Loizzo (PD), «una personalità
collaudata, un profondo conoscitore della Puglia ed un attento osservatore
delle dinamiche pugliesi, un uomo dalla tempra forte – osserva –. Ha tutte le caratteristiche per esperienza,
equilibrio, determinazione e autorevolezza, per essere un garante ostinato e
custode di tutti i consiglieri».
Apprezzamenti per
la figura istituzionale che rappresenta Loizzo, ma critiche al mancato
coinvolgimento nell’individuazione del nome del presidente dell’assemblea, da
parte dell’opposizione di centrodestra, con Andrea Caroppo (capogruppo Forza Italia), Giannicola De Leonardis (capogruppo Movimento Schittulli – Area
Popolare) ed Ignazio Zullo (capogruppo Oltre con Fitto) che annunciano il voto della scheda bianca.
Si
dissocia ed esprime il suo sostegno a Loizzo, il forzista Nicola “Nino” Marmo. «Rispetto
la storia di Loizzo, quello che ha rappresentato per il mondo del lavoro e del
sociale della nostra Regione – spiega l’ex assessore all’agricoltura nella
giunta Fitto –. Ritengo un buon inizio
del Consiglio regionale convergere su un nome perché un presidente eletto da
più parti lo rende distante ancor di più dal presidente della Giunta».
Non è dello stesso
avviso il M5S, per la prima volta entrato nell’assemblea di via Capruzzi. I
grillini, infatti, per voce del consigliere Cristian Casili, propongono la candidatura a presidente di
Antonella Laricchia (rinunciando alla relativa indennità) e ricordano le già
tante iniziative messe in atto, come il ricorso al
TAR presentato dalla Regione contro il decreto sulle trivelle e la
autoriduzione dei propri stipendi da parte dei consiglieri M5S (da
istituzionalizzare con la legge “Zero Privilegi Puglia”), e rilanciano la
proposta del “reddito di cittadinanza”.
La votazione vede Mario Loizzo diventare il nuovo
presidente del Consiglio regionale con 31 voti, 10 preferenze per la Laricchia,
mentre 10 le schede bianche.
Per la vicepresidenza, individuati Giuseppe Longo (Popolari) per la
maggioranza, con 24 voti, e Giacomo
Diego Gatta (Forza Italia) per la minoranza di centrodestra, con 17 preferenze.
Simile copione anche per i due segretari: per la maggioranza Giuseppe Turco (La Puglia con Emiliano)
con 25 voti, per la minoranza, sempre di centrodestra, Luigi Morgante (Movimento Schittulli – Area Popolare) con 14
preferenze.
In entrambi i casi, dunque, resta al palo il M5S e la candidatura
di Antonella Laricchia, che raccoglie nelle due votazioni le sole 8 preferenze
grilline.
Ciò scatena subito le ire in aula dei pentastellati, che attaccano i
colleghi di assemblea, parlando con Rosa
Barone di «scambio di poltrone,
arrivismo e voglia di lavorare indisturbati nelle stanze dei bottoni senza quei
disturbatori del M5S».
Più duro è
l’affondo della stessa ex candidata alla presidenza della Regione, che viene
richiamata dal neo presidente Loizzo verso la conclusione dei lavori.
Nel frattempo,
però, c’è stato il giuramento del presidente Emiliano e la presentazione degli
assessori e del programma di governo e degli assessori: Loredana Capone allo Sviluppo Economico; Anna Maria Curcuruto alla Pianificazione Territoriale; Giovanni Giannini ai Trasporti e ai
Lavori pubblici; Giuseppe Sebastiano Leoa Formazione e Lavoro; Giovanni
D’Arcangelo Liviano a Industria Turistica e Culturale; Salvatore Negro al Welfare; e Raffaele
Piemontese al Bilancio.
L’ex sindaco di
Bari incentra il suo discorso ad una apertura di collaborazione con tutte le
forze presenti in Consiglio, soprattutto quelle di minoranza.
«Il
programma è stato realizzato con sette “sagre”, il più grande processo di
partecipazione mai avuto – osserva il neo presidente –, poi è stato sottoposto alle forze politiche
della mia coalizione che hanno apportato piccole ma coerenti modifiche, e poi posto
al voto dei pugliesi, ed 800mila pugliesi lo hanno convalidato. Ora lo consegno
e lo pongo all’attenzione di questa assemblea. Voglio far partecipare
pienamente tutto il Consiglio in tutte le visioni del programma. Non date importanza
alla giunta o al ruolo che ricopriamo, avrete tutti spazio nella mia testa. È
un programma integrabile, a partire dalla legge sulla partecipazione. Ecco perché
mi rivolgo alla minoranza che mi propone un clima di collaborazione sul
programma da eseguire: qui si esegue il programma, si riempie la politica di
cose concrete. Con la legge sulla partecipazione vorrei che ci riconnettessimo
col territorio, con le aziende che devono produrre e risolvere i problemi
quotidiani. Dobbiamo tornare a parlare di concertazione. Vorrei essere molto
meno capo politico e molto più un soggetto che vi rappresenti nell’insieme».
«Sono
il presidente che ha preso meno voti di sempre ma anche quello che ha vinto col
maggior margine, doppiando il secondo – continua Emiliano –. Non posso dimenticare il risultato delle
due coalizioni di centrodestra, che hanno vissuto una difficile campagna
elettorale. La loro presenza significa che siete molto radicati nel territorio,
nel tessuto della società».
E poi i temi: «Bisogna trovare una legge elettorale che
eviti che chi ha più danaro possa prevalere su chi è più bravo; bisogna
dividere il ruolo del lobbista da quello del soggetto politico; bisogna
regolare i contatti del legislatore dai portatori di interessi; bisogna mettere
mani alla legge sul “reddito di dignità”, cioè adottare una misura per consentire
a chi è sceso al di sotto del minimo di dignità di avere il necessario per
reagire alle difficoltà. Nessuno vuole regalare soldi a chi non lavora, noi
vogliamo che si sottoscriva un accordo, un programma, degli impegni per
disporre di un elemento del nucleo familiare a fare qualcosa. Bisogna agire
assieme sulle politiche giovanili e sul PSR, sul riconoscimento dei diritti
agli omosessuali e sul sostegno alle famiglia in difficoltà. Chiuderò il ciclo
dei rifiuti, abbiamo bisogno di aiuto su agricoltura e personale (rivolgendosi
a M5S, che ha rifiutato assessorati con queste deleghe, ndr). Non abbiamo
accettato finanziamenti elettorali da nessuna azienda impegnata sul ciclo dei
rifiuti. Diciamo no alle trivelle. Insomma, andrò dritto come un camion sul
programma ma ciò non significa avere dominio sul consiglio. Credo che gli
stipendi dei consiglieri siano troppo alti, bisogna ridurli. E poi c’è la
sanità, una delle mie angosce principali: ho passato giorni a cercare di capire
come rimettere ordine alla sanità. Ho voglia di introdurre un consiglio della
sanità pugliese. A settembre dobbiamo riorganizzare tutto in quanto scadono
tutte le cariche della sanità. Quale indirizzo impartiamo? Copiamo modelli
lombari, toscani, emiliano? Ecco, voglio il parere di tutto il Consiglio».
La discussione
sulle linee programmatiche della giunta Emiliano è stata poi rinviata al primo
punto del prossimo consiglio, molto probabilmente in programma il 31 luglio.