La seduta del consiglio
comunale di ieri mattina non ha avuto certo toni pacati.
L’opposizione, assieme
alle congratulazioni per le nuove nomine di Abbaticchio e Natilla nel Consiglio
metropolitano, non ha fatto mancare alla maggioranza qualche tiratina d’orecchie, in particolare sull’assenza di risposte alle interrogazioni.
«La
mancanza di rispetto è nei confronti dei cittadini e non solo nei nostri –
dichiara Domenico Damascelli (FI) -. Pretendiamo delle risposte dato che qui
sottoponiamo i problemi dei cittadini».
«Il
sindaco tranquillizzò tutti dicendo di dover rispondere entro 30 giorni –
ricorda Francesco Ricci (PD) -. Chi doveva prendere appunti non era il
segretario, ma gli assessori. Scaduti i tempi si viola una disposizione di
legge».
Chiamato in causa Salvatore Bonasia ribadisce il diritto
a poter appuntare per poter riferire agli assessori: «Invito ad inoltrare le interrogazioni per iscritto».
Anche Christian Farella – che ammette di aver “ricevuto risposte dopo interrogazioni orali, mai in quelle scritte”–
ricorda che «Non si può dire che non abbiamo
un atteggiamento decoroso. Le richieste sono tante, ma dobbiamo avere risposte:
invito da ora in poi a dare una risposta o in seduta o nel rispetto dei tempi».
Di altra natura la
polemica sollevata da Paolo Intini che ha evidenziato come ci sia una discordanza circa «l’articolo 106 (comma 3) del regolamento Tasi in termini di comodato
d’uso gratuito (padre – figlio), che spiega come il 70% della tassa deve essere
pagata dal proprietario e il 30% dal comodante. In realtà in data 8/10/14 (ex
ante la data di scadenza) è stato fatto un chiarimento dagli Uffici in merito
alla Tasi 2014 che recita: “sebbene sia preferibile il pagamento effettuato con
due differenti modelli F24 […] verrà considerato regolare anche il pagamento
nella misura del 100% effettuato dal solo proprietario/titolare di diritto reale».
Questo pare, a detta del
consigliere Intini, vada contro l’articolo 147 del 2013 stabilito dal governo
che recita invece: “L’occupante versa la
Tasi nella misura stabilita dal Comune nel regolamento, compresa fra il 10 e il
30% dell’ammontare complessivo […]. La restante parte è corrisposta dal gettito
del diritto reale sull’unità immobiliare”.
Non risparmia critiche
nemmeno sul nuovo strumento Bitonto
Digitale che «non dovrebbe consentire
per la Tasi di stampare F24 al di sotto dei 12 euro, limite cioè dell’esenzione– e aggiunge -: nel calcolo si parla di categorie agevolate nel “centro storico” ed invece dovrebbe essere “centro antico”. E poi una cosa fondamentale: sul
sito c’è scritto chiaramente che Iuc web è solo uno strumento di aiuto
gratuito al calcolo: nessuna registrazione obbligatoria, nessuna responsabilità
dell’ente o della società fornitrice in caso di errori, quindi mi chiedo era proprio necessario?».
Si passa al vivo della consiglio, con il punto
1 all’ordine del giorno “specifica
destinazione di una porzione del suolo comunale ubicato su via L. D’Angio’
angolo via Giovinazzo c.u.” che però non ha “un precedente positivo” ma una questione
morta e sepolta sotto i faldoni dal 1953.
Sessant’anni fa, infatti
tra il 1953 e il 1964 veniva ceduto – «anche
se nella documentazione manca un rogito»,
prende subito a raccontare il consigliere Francesco Mundo (PSI) – un suolo in via IV novembre all’allora Inam per la
costruzione di un centro.
Passarono ben 17 anni e in seguito ad un contratto non più adempiuto da parte dell’ente, l’Amministrazione
nel 1981 decise di cedere il suolo allo Iacp (Istituto autonomo case popolari), che mise sù due palazzine di
edilizia economica popolare.
Ora, i poveri inquilini non ne possono chiedere
il riscatto per acquistare la proprietà.
Il punto 1 dell’ordine del giorno viene così
rinviato e rimandato agli Uffici (10 voti a favore e 6 astenuti) perché «la decisione non è di natura politica.
Bisognerebbe piuttosto – conclude Mundo –
porre ad un giudice la questione che dovrebbe riconoscere al Comune la
titolarità del bene».
Approvato, invece, il regolamento
sul procedimento amministrativo che nell’interesse
pubblico attiverà atti di trasparenza da pubblicare tramite tabelle che
agevolerà procedimenti di annullamento, revoca, vizi di legittimità e molto
altro.
Nasce una vera e propria animata discussione,
poi, tra Ricci e l’assessore Domenico Nacci sul punto 4 all’ordine del giorno, che
prevede una “rideterminazione di indennita’
di espropriazione”: «Da dove intende
prendere i soldi per una indennità l’assessore al Contenzioso?», ferisce
Ricci e, di contro, Nacci risponde: «Non
si parla di questo nel punto all’ordine del giorno, mi riserverò di rispondere
in altro consesso».
Dai toni aspri con cui i due si colpiscono
politicamente nasce una vera querelle che, fortunatamente,
si placa con le scuse dell’assessore al consigliere. Merito degli animi che tornano pacati anche il clima propositivo e costruttivo del Consiglio comunale. Proprio alla luce dei problemi nelll’ambito del Contenzioso, Francesco Rutigliano (Gruppo Misto) riprende una vecchia proposta fatta già in aula circa l’istituzione di una Commissione speciale allargata che si occupi proprio di Contenzioso e dia man forte all’assessorato di riferimento.
L’idea viene subito accolta con favore dal presidente del Consiglio Vito Palmieri che, rivolgendosi al segretario generale Salvatore Bonasia, chiede che venga approntata una proposta di delibera per l’istituzione di questa Commissione sul Contenzioso «finalizzata a trovare una soluzione alla problematica dei risarcimenti che vanno ad ingrossare i debiti fuori bilancio, oltre che a valutarli ed analizzarli». Anche Giovanni Ciccarone (Progetto Comune) si associa alla proposta, ipotizzando che questa Commissione sul Contenzioso possa persino avere la luce all’interno della Commissione Affari Istituzionali, in quanto coinvolge tutte le forze politiche presenti in Consiglio.
Trovata, dunque, l’intesa sull’introduzione di questo nuovo strumento, si procede al riconoscimento dei debiti fuori bilancio. La maggior parte vengono tutti approvati con i soli voti della maggioranza e tre contrari (pochi, in realtà i consiglieri in aula durante i lavori, ndr), ad eccezione di alcuni punti all’ordine del giorno ritirati grazie al prezioso contributo del consigliere Paolo Intini, che trova terreno fertile e appoggio dall’intera assise: infatti alcuni debiti fuori bilancio, pagati tra i residui di bilancio del 2013, sono in realtà datati 2014, rientrando quindi nel bilancio dell’anno in corso. Si evince in aula, molto presumibilmente, una svista del Collegio dei revisori dei conti, che aveva persino dato il suo parere favorevole.
Tra sottolineature, come quelle di Intini («la Commissione non ha avuto il tempo di sviscerare questi argomenti in quanto impegnati col bilancio, ma nonostante ciò non ho problemi ad affrontarli in aula») e Ricci («ci sono stati pagamenti senza pareri professionali»), e proposte, avanzate da Mundo («sarebbe necessaria una perizia ergonometrica per valutare gli effetti dei debiti sul bilancio») si arriva al termine della seduta. Che si conclude con il ritiro di un ulteriore punto, per un cavillo formale (l’esproprio di alcune particelle della zona P.i.p. artigianale) e con l’osservazione di Francesco Toscano (UDC), che evidenzia «l’eccessivo ricorso ai debiti fuori bilancio».