Una partenza in
sordina per il Consiglio comunale tenutosi ieri mattina dopo il rinvio dello
scorso 8 aprile, a causa del lutto che colpì Bitonto con la morte di Vincenzo e
Nicola Rizzi.
Sono serviti due
appelli e quasi un’ora e mezza di attesa per vedere l’avvio dei lavori. Eppure, sin da subito, è giunta da Filippo
D’Acciò (Città democratica) la
richiesta di sospensione per una riunione dei capigruppo necessaria per stabilire
l’iter procedurale dei lavori dinanzi alle proposte di deliberazioni avanzate
dai consiglieri.
La minoranza
respinge la proposta, denotando «confusione
e disorientamento» e valutando la richiesta «irrispettosa, visto il gravissimo ritardo, e perché la conferenza dei
capigruppo si poteva svolgere nei giorni precedenti o prima dell’avvio dei
lavori».
Si decide di partire con i punti all’ordine del giorno previsti e rinviare
e discutere quelli incompleti in un altro momento.
Viene così sancita
una tregua che dura però davvero poco.
Il Presidente del Consiglio Vito Palmieri annuncia il rinvio della modifica
del Regolamento delle Commissioni consiliari proposta da Paolo Intini
già dal 20 dicembre 2013, in quanto risulta assente il parere della Commissione
Affari istituzionali.
«Perché
il Presidente non ha messo questo punto come ordine nella conferenza della
Commissione Affari istituzionali? – si chiede Intini – Perché manca questo passaggio? Perché rinviare un punto in programma da
settimane? Questa è la “creanza istituzionale”?».
Se per Domenico Damascelli (Forza Italia) si tratta di «una grave inadempienza politica,
amministrativa ed istituzionale», per Christian
Farella (Gruppo misto) «si manca di rispetto e buon senso
istituzionale. È una decisione politica chiara quella di non voler trattare
questo punto».
Ben presto i toni si surriscaldano ulteriormente con lo scontro tra Francesco Paolo Ricci (Partito Democratico) ed il sindaco Michele Abbaticchio.
«La
richiesta di rinvio va messa in votazione e non decisa liberamente dal
Presidente – spiega il capogruppo democratico –. Il Regolamento di Contabilità prevede che
per certi atti, anche quelli approvati in Giunta, è necessario il passaggio in
Commissione Affari istituzionali».
Immediata la replica del primo
cittadino. «Respingo l’intervento di
Ricci perché non si può bloccare il lavoro della Giunta. E non c’è alcuna
malizia politica in questo ritardo».
È bagarre con gli animi
caldissimi tra i due. Ricci accusa di “arroganza politica” il sindaco, reo di
averlo accusato di fermare i lavori della Giunta.
Abbaticchio, prima si
allontana dal proprio posto, infastidito, senza uscire dall’aula, e poi replica
sottolineando come sia «stanco di
sentire lezioni accademiche sulle regole amministrative».
A placare gli animi
ci pensa il Segretario generale Salvatore
Bonasia, che spiega l’iter necessario per una proposta avanzata al
Consiglio comunale da parte di un consigliere, che deve essere presentata al
Presidente e questi la gira al Segretario Generale, per poi essere indirizzata
verso i specifici settori.
Esaurita l’istruttoria viene trasmessa nuovamente al
Presidente per essere presentata alla Commissione Affari istituzionali.
Dopo questo
chiarimento, viene pertanto approvata dalla sola maggioranza la proposta di
sospensione avanzata da D’Acciò per consentire la conferenza dei capigruppo.
Al
rientro in aula, vengono ritirati diversi punti, come la modifica del
Regolamento delle Commissioni consiliari, l’atto di indirizzo per le unioni
civili, l’atto per la raccolta differenziata sugli oli esausti vegetativi, il
Regolamento delle riprese audiovisive del Consiglio, l’elezioni dei componenti
della “Onlus Villa Giovanni XXIII” ed un atto sulla PIP zona artigianale per
l’assegnazione di un lotto, per l’assenza dei pareri degli uffici e delle
commissioni pertinenti.
Dopo
quasi due ore, finalmente si parte per davvero, con le interrogazioni ed
interpellanze.