Le parole sono di quelle che danno speranza, magari anche fiducia, anche se in realtà tutto deve ancora concretizzarsi.
Il tema è l’internalizzazione del servizio di Contact Center di INPS, attualmente – e lo è da dicembre 2019 -, in gestione al Raggruppamento temporaneo d’impresa (RTI) Comdata-Network-Telesurvey Italia, e dove, proprio sul sito molfettese di “Network”, sono impiegati non pochi bitontini.
Qualcosa di questo lungo percorso è stata chiarita martedì, quando il presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, Pasquale Tridico, ha incontrato i sindacati per spiegare le modalità di questa internalizzazione, su richiesta proprio delle OO.SS.
“Il presidente – si legge in una nota congiunta di Slc-Cgil, Fistel Cisl, Uilcom-Uil) – ha affermato che l’obiettivo dell’internalizzazione rimane l’implementazione della norma di legge (n.128/2019 art. 5bis) alla fine dell’attuale contratto, ovvero partire per gennaio 2022 con il nuovo assetto a selezione pubblica effettuata da parte di Inps Servizi”. Che altro non è che una società in house dell’Istituto.
La legge alla quale si fa riferimento è la seguente: “In considerazione della necessità di internalizzare i servizi informativi e dispositivi da erogare in favore dell’utenza dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), per promuovere la continuità nell’erogazione dei servizi e per tutelare la stabilità occupazionale del personale a essi adibito, tenuto conto dell’esigenza di valorizzare le competenze dallo stesso maturate, anche in ragione dell’assenza dei relativi profili professionali nelle piante organiche dell’INPS, alla società Italia Previdenza – Società italiana di servizi per la previdenza integrativa (SISPI) Spa, interamente partecipata dall’INPS, sono altresì affidate le attività di Contact center multicanale verso l’utenza (CCM) nel rispetto delle disposizioni nazionali ed europee in materia di in house providing , alla scadenza naturale dei contratti in essere nell’ambito delle stesse attività. Ai fini dell’espletamento delle attività, è data facoltà alla società di provvedere alla selezione del proprio personale anche valorizzando le esperienze simili maturate nell’ambito dell’erogazione di servizi di CCM di analoga complessità, nel rispetto dei principi di selettività di cui all’articolo 19 del testo unico di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175”.
Accadrà, allora, che ci sarà “una selezione pubblica – si legge sempre nella nota sindacale – che deve tutelare gli attuali lavoratori. Il contratto rimarrebbe quello delle Telecomunicazioni (cioè quello attuale, per intenderci). Con il processo di internalizzazione ci sarà una efficienza della spesa e un miglioramento dei servizi, con una conseguente ricaduta positiva sui processi formativi per i lavoratori interessati su tutto il perimetro di servizi, fino alla creazione di veri e propri “funzionari telematici” che possano gestire una vera e propria digitalizzazione del servizio”.
Ma c’è dell’altro, tenendo presente che in tutto lo Stivale sono circa 3mila i lavoratori impiegati sulla commessa, e che lavorano, tutti i giorni feriali, in modo eccellente – ed è stato lo stesso Tridico più volte a ribadirlo – su questioni delicate e sempre in evoluzione come disoccupazione, invalidità civile, prestazioni a sostegno del reddito, malattia, pensioni, indennità covid, Reddito di cittadinanza, cassa integrazione, e altro ancora.
Si partirà, allora, da questi 3mila operatori, in quanto il numero 1 di INPS “ritiene prioritaria la difesa degli attuali livelli occupazionali pur nel rispetto delle norme assunzionali”, spiegano i sindacati, e poi perché “l’attuale numero di lavoratori coinvolto nel perimetro è considerato congruo per la partenza del progetto della nuova società”.
Pertanto, allora, “attraverso criteri “preferenziali”(per es. l’esperienza maturata sul servizio che produrrà dei punteggi aggiuntivi) si potrebbero tutelare gli attuali perimetri occupazionali (secondo art. 5bis della legge succitata). La selezione dovrebbe essere svolta per titoli e anzianità professionale e dovrebbe terminare entro il 2021, così da poter consentire la partenza dell’internalizzazione da gennaio 2022”.
L’obiettivo di INPS, però, pare essere molto ambizioso. Creare il più grande Contact Center pubblico d’Italia. Anche per questo, quindi, “se dovessero subentrare ulteriori servizi Pubblici di altre agenzie dello Stato o pubbliche amministrazione che volessero affidare all’ Ente la gestione dei loro servizi i numeri potrebbero cambiare”.
L’internalizzazione (e quindi stabilizzazione) sarebbe un risultato eccellente per i lavoratori, i primi a meritarselo, senza se e senza ma; per i cittadini, che avrebbero a disposizione un servizio sempre più efficiente e all’avanguardia; per INPS stesso, che darebbe un giusto riconoscimento a chi, da anni, lavora per proprio conto.