Da Mlpv Bitonto riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Nei giorni
scorsi abbiamo letto sulle testate giornalistiche telematiche cittadine della
partecipazione del nostro sindaco, il 25 novembre scorso, ad un incontro con i
vertici di Avviso Pubblico ed alcuni
amministratori locali.
In quella sede il nostro rappresentante pare abbia
ricevuto “elogi” per la scelta di affidare le funzioni del Comitato di
Garanzia, previsto dalla Carta di Pisa,
al Collegio dei Revisori per vigilare
sulle nomine.
Questo è un atto sicuramente lodevole secondo la nostra visione,
ma rimaniamo al quanto delusi nell’apprendere che la decisione non è stata
condivisa a pieno dal Consiglio comunale.
Pertanto chiediamo la motivazione per
cui non si possa rendere pubblica la
lista dei consiglieri comunali che hanno scelto di non condividere tale linea ,
pur avendo il Consiglio comunale, in data 6 agosto 2013, aderito all’unanimità
al suddetto codice etico che vincola tutti gli amministratori dell’ente, come previsto nelle disposizioni preliminari al
punto 2 e in tutti i quattro casi di procedura per l’adozione del documento.
La
perplessità è: qual è il senso di non
condividere la scelta dell’organo di vigilanza affidata al Collegio dei Revisori?
Al fine di favorire la conoscenza e la trasparenza della vita amministrativa
del Comune, chiediamo l’atto concreto di rendere noto alla cittadinanza l’elenco dei
consiglieri comunali che non hanno aderito.
Altra fonte di riflessione sorge spontanea dalla
lettura di un commento (sul social network Facebook, strumento prediletto per
la comunicazione con la cittadinanza) del nostro primo cittadino: “Le determine di aggiudicazione con tutti i
dati richiesti sono pubblicate su albo pretorio on line. Se ci sono stati
affidamenti senza interpello o gara – evincibile dallo stesso sito web comunale
– potete segnalarli e approfondiremo causa ed eventi. Ma non credo ci siano in
una percentuale superiore al 5% complessivi e, comunque, non superiori a
qualche migliaio di euro .Anche se potrebbero essere consentiti per legge
affidamenti di gran lunga superiori e diretti. Anche queste sono scelte
politiche. Sono qui in attesa” .
Dando per buono tutto ciò, chiediamo che le stesse procedure siano
adottate per l’affido diretto anche degli appalti che si riferiscono alla gestione
dei servizi e di rivedere quelli “in
essere” ,dato che esistono affidi diretti per importi pari a decine di
migliaia di euro annui per la gestione di alcuni beni comunali, dove ci
potrebbero essere eventuali conflitti d’interesse indiretti, come specificato nel punto 6/a
della suddetta Carta di Pisa e che evidenzia la sussistenza di interessi personali diretti e indiretti , dando al termine
interesse una visione di più lungo
raggio e non puramente economica.
Questa considerazione deriva dalla lettura di
affidamenti a nostro parere ambigui. Inoltre non siamo del tutto “sicuri”
dell’informazione corretta e continuativa delle comunicazioni su albo pretorio
on line, dove non è possibile visionare anche
l’elenco del patrimonio comunale e dei beni confiscati. Pertanto appellandoci all’articolo 22 della Carta di Pisa, chiediamo di ampliarla inserendo disposizioni che regolamentino, nella
nuova stesura della Carta 2.0, la parte etica degli affidi diretti dei
servizi e non solo degli incarichi
pubblici, affinché il tutto avvenga
nella massima trasparenza. Inoltre si chiede di rivedere determinati affidi promuovendo
bandi o gare regolari come si è fatto per il Servizio Civile .
La nostra
richiesta è legittimata proprio da quanto si evince dall’art. 22 in quanto “ La procedura di modifica o integrazione
delle disposizioni del presente Codice, avviata su istanza degli amministratori
o dei cittadini, deve essere aperta al dibattito e alla partecipazione
pubblica. Le disposizioni del presente Codice si adeguano ad eventuali
modifiche legislative e regolamentari sopravvenute. L’amministratore deve favorire – nei limiti delle proprie
competenze- l’integrazione e il
coordinamento del presente Codice con il Piano triennale per la trasparenza e
l’integrità e con le disposizioni normative miranti ad assicurare trasparenza,
efficienza, responsabilità e integrità nell’esercizio delle funzioni
pubbliche”. Con lo scopo di rendere
l’adesione del Consiglio comunale alla Carta di Pisa realmente trasparente e
non “satinata” e per realizzare una pura “cultura della legalità”.