Anche quest’anno, nel mese di Maggio, e precisamente nelle giornate di sabato 23 e domenica 24 si è svolta la terza edizione di “Bitonto Cortili Aperti”. Voluta ed organizzata dall’Associazione Dimore Storiche Italiane nell’ambito delle “Giornate Nazionali A.D.S.I.” questa manifestazione si propone di sottoporre all’attenzione del grande pubblico opere architettoniche pubbliche e private presentate da oltre 350 studenti novelli ciceroni, al fine di valorizzare al meglio il patrimonio storico artistico del nostro paese. Tra i numerosi eventi concatenati in queste due giornate ben 49 tappe imperdibili da visitare assolutamente tra archi, chiostri, chiese, cappelle, conventi, cantine e soprattutto palazzi. Tra questi ultimi alla tappa numero 15 spicca il poco celebrato Palazzo Albuquerque sito in via Maggiore al n° 19, attualmente in fase di restauro. Caratterizzato da un corpo di fabbriche, inglobante strutture medievali risalenti al XIII secolo, venne raccordato nel XVII secolo dalla nobile famiglia Albuquerque dalla quale trae il suo nome. Adibita ad Abitazione con relativi depositi, caratterizzata da una muratura in pietra calcarea squadrata e da pietrame calcareo, presenta strutture orizzontali con copertura a botte, a crociera e a padiglione. Di questa famiglia, originaria del Portogallo (Lisbona), ricordiamo Don Biagio Marchese di Basto nelle Indie e Don Alfonso Viceré delle Indie Orientali. Si racconta che un suo avo, circumnavigando l’Africa e aggirando il Capo di Buona Speranza, esplorò i golfi d’Arabia e Persico, occupò la Malacca e raccolse grandi tesori. Gli Albuquerque, prima di giungere in Italia si stabilirono nella provincia di Estremadura, parte sud-occidentale della Spagna, dalla quale successivamente discese il ramo bitontino. Questi, unitamente ai Sylos e i De Lerma, di origine iberica, giunsero a Bitonto nel XVI secolo al seguito delle vittoriose armate spagnole guidate da Consalvo de Corduba. Sia negli Atti Battesimali che nel Catasto Onciario compare Don Lorenzo Albuquerque di Bitonto, il quale nel 1714 sposa Donna Francesca Ilderis e nel 1728 risultano abitare in questo palazzo. Quest’ultimo è caratterizzato da due prospetti posti ad angolo retto. Il primo è caratterizzato da un sontuoso portale barocco abbellito dallo stemma araldico coronato degli Albuquerque (scudo inquartato con quattro leoni rampanti a guardia di una torre circolare) posto sulla trabeazione e sostenuto da due putti. Questo ingresso immette nel “patio” nel quale si ammira una scala con loggia a due fornici, la cui colonna di tipo toscano poggia su stilobate con simboli guerreschi. Il secondo prospetto, opera dei Valentino, presenta un portale classico con sovrastante loggia composta da tre arcate. Nel tempo questa fabbrica ha perduto il suo originario aspetto. Infatti sino al 1961 sul cornicione prospiciente via Robustina erano scaglionati i “Pupi” (re pepéddere secondo la voce popolare). Sculture grottesche rappresentanti “Pompeus”, “Scipione”, “Anibal”, posti ad indicare alla famiglia Gentile “dirimpettaia” l’alto lignaggio di casa Albuquerque. Grazie agli attuali lavori di ristrutturazione si potrebbero ricomporre e riposizionare in loco tali sculture attualmente ridotte a “pezzi” e conservate presso la nostra Biblioteca Comunale.
Pasquale Fallacara