Si sono presentati ieri i candidati alle primarie per
la coalizione composta da Partito democratico, Laboratorio, Governare il futuro, Partito socialista, Insieme per la città e Sinistra italiana.
Ad aprire la conversazione, guidata dal giornalista Raffaele Capaldi, il candidato Pietro Battipede.
«Durante tutta la
mia carriera non è mai mancata l’idea di avere un ruolo sociale – dichiara
-. Il disagio e i bisogni della gente che
ho incontrato, in tanti anni al servizio della Polizia di Stato, mi hanno
portato ad avere contatti con realtà particolari, ad avere un senso di
attaccamento particolare con le persone».
In che modo la sua figura di dirigente della Polizia
può essere positiva nell’ambito politico? «Sono
certo di poter trasmettere le mie esperienze affrontando diverse problematiche.
Dobbiamo fare un salto di qualità politica, non pensando agli errori commessi
da qualcun altro perché evidenziandoli si avrà un maggiore effetto. Dobbiamo,
invece, pensare a rianimare le zone periferiche dove c’è degrado e non c’è
stata sufficiente attenzione, rivalutare il settore culturale attraverso le
tante e belle menti: i giovani sono un prezioso elemento del nostro territorio
e con loro non si scherza. Dobbiamo avere il coraggio di unire le forze in
campo, dimostrare che abbiamo usato tutte le nostre capacità per raggiungere
dei risultati, senza fare promesse inutili. La crisi economica ha colpito
soprattutto i più giovani, c’è da capire come risolvere tali problematiche e
per questo vorrei creare un gruppo di giovani che mi possa stare sempre accanto».
Non tralascia il tema della sicurezza: «È il settore più vicino al mio ruolo –
conclude -. Non posso pensare ad una
città militarizzata, ma con un buon livello di socializzazione ed una presenza
viva delle Forze di Polizia e locali, affinché si creino dei rapporti diversi di
coordinamento che possano permettere l’inserimento di guardie giurate,
campestri, senza avere inutili dispersioni».
Il secondo a relazionare è Emanuele (Lillino) Sannicandroche incentra subito la sua presentazione sull’idea di fare politica che non dev’esser
visto come «una vergogna, un marchio, ma
come un’opportunità. Un’arte difficile, ma possibile: attraverso essa si impara
a conoscere la gente, ad ascoltarla e molto spesso a non riuscire a dar loro
delle risposte. Ci si basa su valori solidi, senza negoziare».
E poi un chiaro riferimento all’uscita dalla coalizione
di Abbaticchio: «Ad ognuno di noi è
consentito di non condividere e criticare delle scelte che possono apparire
incomprensibili, ma il mio modo di essere e lavorare parte dal rispetto verso la
persona, indipendentemente dal suo ruolo. Non consento a nessuno di infangarmi,
di offendermi con appellativi anche poco idonei. Le motivazioni politiche saranno affrontate a tempo debito».
E poi qualche idea:
«Di programmi ne parleremo tutti assieme perché è il giusto modo di fare
politica, elaborando delle idee all’interno dei gruppi di lavoro. Vorrei
incentrare la mia attenzione sulle disuguaglianze sociali, territoriali, di
genere, una Bitonto che possa essere, quindi, solidale sfruttando quello che
ognuno di noi può fare per l’altro, per i più deboli. Bisogna essere idealisti
e non rassegnarsi al cinismo: prima di rassegnarmi al cosa mi conviene fare,
credo sia giusto parlare di cosa sia opportuno fare, lo sto facendo per tanti
amici».
Roberto
Toscano è l’ultimo dei candidati a presentarsi.
Perché ha deciso di scendere in campo? «Molti amici mi hanno chiesto “Chi te lo fa
fare?”, molti altri hanno apprezzato il mio coraggio e mi stanno supportando perché
Bitonto potrebbe funzionare meglio».
«Faccio
l’avvocato da 27 anni, in un settore particolare, e ho maturato l’abitudine all’ascolto
a cercare rimedi e soluzioni. Quando ho avuto ruoli di responsabilità ho
provato un’ebbrezza diversa e pur contemperando diversi interessi l’obiettivo era
sempre il bene comune. Magari la bicicletta è pesante, ma se si hanno persone
competenti al proprio fianco, la pedalata diventa inebriante».
Il discorso vira poi sulla politica: «Questa coalizione
ha una precisa identità e obiettivi condivisi, per una Bitonto vera e non piena
di foto sui social. Qualsiasi sia la strada dobbiamo avere una Bitonto che
funzioni meglio in termini amministrativi, che supplisca alla carenza di
personale (dal 2018 si potranno stabilizzare i precari, nel 2019 non ci saranno
più limiti restringenti per le assunzioni). Tutto potrà funzionare meglio
riorganizzando gli uffici: l’utente cerca il buon servizio, questi parlerà con
i dipendenti, loro con il dirigente e l’uomo politico sarà giudicato solo per
la bontà del risultato, recuperando la sua funzione principe».
Questa città «ha tante forze pensanti, ma poco attenta
alle risorse vicine. Bisogna creare dei contenitori che accolgano le esperienze
vicine fatte dal Politecnico e dall’università, ma pure quelle maturate nelle parrocchie, il Comune deve far da
regista per creare, in definitiva, più occupazione per un futuro vero».
Il profilo e il curriculum dei tre candidati, Pietro Battipede, Emanuele Sannicandro e Roberto
Toscano, si possono consultare al seguente link: http://bit.ly/2kwXbVw