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Una rubrica mensile in cui approfondiremo diversi temi del settore automotive: tra aspetti tecnici, trend globali e informazioni utili per appassionati e non.
È tempo di ibrido. Caratteristiche e differenze delle 3 tipologie di auto ibride.
Ibrido – Una parola che, accostata al settore automotive, crea ancora oggi dubbi e perplessità.
Tuttavia, negli ultimi anni le automobili ibride si sono progressivamente ritagliate una fetta crescente di mercato, anche in Italia. Incremento supportato dai vari eco-incentivi statali e dalla possibilità di circolazione anche in caso di blocchi del traffico.
Secondo i dati dell’IEA (International Energy Agency), nel 2022 sono state vendute più di 10 milioni di auto elettriche in tutto il mondo e si prevede che le vendite aumenteranno di un ulteriore 35% quest’anno, raggiungendo i 14 milioni. Attualmente i tre principali mercati sono Cina, Europa e Stati Uniti, con la Cina assoluto leader grazie al 60% delle vendite globali di auto elettriche nel 2022.
Basterebbero questi dati per comprendere che le auto elettrificate non rappresentano più una rarità, ma una vera e propria realtà nel settore automotive. Eppure, il concetto di auto ibrida continua ad essere poco chiaro per molti consumatori.
Che significa, quindi, auto ibrida e quante tipologie di ibrido esistono? Facciamo chiarezza.
Un’automobile si può definire ibrida quando è composta da un motore termico, alimentato a benzina o diesel, più un motore elettrico, alimentato a batterie.
L’utilizzo dell’elettrico permette di recuperare l’energia cinetica, che verrebbe sprecata nelle fasi di frenata e di decelerazione, per poi riutilizzarla per supportare o per escludere completamente (in base al grado di ibridizzazione del powertrain) il propulsore termico.
Esistono tre differenti tipologie di powertrain ibridi in commercio: Mild Hybrid, Full Hybrid e Plug-in Hybrid
– Il primo e più diffuso è il Mild Hybrid che si può tradurre come ibrido “leggero”. Il primo step di elettrificazione, dove il motore elettrico sostituisce il motorino di avviamento e l’alternatore. Durante le fasi di veleggiamento e frenata, il motore ad alimentazione tradizionale fa girare il motogeneratore, ricaricando così il pacco batteria di piccole dimensioni. Una soluzione comoda e divertente, ideale per chi si avvicina al mondo dell’ibrido. Dovrete solo “preoccuparvi” di fare rifornimento di benzina.
– Il secondo, il Full Hybrid, permette di sfruttare in maniera combinata il motore termico e l’unità elettrica, aumentando così l’efficienza del propulsore. Questo consente di circolare in modalità 100% elettrica grazie al lavoro del motore termico e, anche in questo caso, alla rigenerazione dell’energia in frenata, ottenendo un maggior risparmio rispetto al rifornimento previsto dal Mild Hybrid.
– L’ultima tipologia, il Plug-in Hybrid, rappresenta la via di mezzo fra un’auto endotermica e una elettrica. Queste auto sono dotate di due o più motori, funzionano come le Full Hybrid ma hanno la possibilità di viaggiare in modalità elettrica per molti più chilometri. Come le tipologie menzionate in precedenza, recuperano energia in fase di frenata ma, per portare al 100% la ricarica, occorre collegarle ad una fonte di corrente esterna: le colonnine di ricarica sempre più presenti nelle nostre città.
Per scoprire di più sul tema, è online un video approfondimento sul sito di Autotrend: tutte le specifiche tecniche sulle tipologie di auto ibride e i consigli degli specialist sui migliori modelli presenti sul mercato.